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Ferrari, dopo il Messico la gola profonda confessa: "Perché non ci siamo". L'anno prossimo un altro disastro?

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Leo Turrini, esperto di Formula 1, nel suo consueto commento sul dopo Gran Premio, dalle colonne del Giorno, parte con una riflessione su Valtteri Bottas ricordando il suo comportamento nel Gran Premio del Messico. "La surreale scena della partenza, dopo che l'intera prima fila Mercedes lasciava supporre l'applicazione di un inevitabile gioco di squadra. E invece il maggiordomo finlandese ha lasciato tutto lo spazio a Verstappen, terzo in griglia, per passare all'esterno, non favorendo in alcun modo il compagno e capitano Hamilton", scrive Turrini.

 

 

Turrini ha anche idea del perché Bottas si sia comportato in maniera così fallace ai danni della sua scuderia: "Da quando ha saputo di essere escluso dal futuro Mercedes, ha perso la voglia di recitare da gregario. Capitò la stessa cosa a Mansell nel 1990: stava in Ferrari, l'inglese, ma era già stato messo alla porta. E allora in una domenica portoghese, su all'Estoril, invece di dare una mano al collega Prost si schierò platealmente con Ayrton Senna", ricorda il giornalista.

 

 

 

Sulla lotta al Mondiale spiega che, "Verstappen adesso ha un margine di diciannove punti. Di Gran Premi ne rimangono quattro. L'inerzia delle cose è tutta a suo favore. Anche se Hamilton non mollerà". Infine il giudizio sulla Ferrari: "Mi ha deluso. È vero, ha scavalcato la McLaren nel mondiale costruttori, ma mi aspettavo di meglio. Invece, Gasly con la ex Minardi è stato davanti alle due Rosse per l'intero week end. Non ci siamo", conclude bocciando così l'operato di Maranello.

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