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Lewis Hamilton, la rivolta degli inglesi: "Polemico e lagnoso", l'insopportabile svolta buonista

Dario Mazzocchi
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La Formula 1 torna in Messico dopo la sospensione del Gran premio dello scorso anno a causa della pandemia e i motori sono bollenti. Le previsioni indicano che le tribune del circuito Hermanos Rodriguez saranno piene di pubblico per godersi un nuovo capitolo nella sfida tra Max Verstappen e Lewis Hamilton per la corsa al Mondiale: l'olandese della Red Bull guida la classifica con dodici punti di margine sul britannico della Mercedes quando mancano cinque sfide al termine della stagione. Verstappen è carico, si sente a suo agio su questo tracciato, ha dichiarato di «voler sfruttare questo momento positivo» sulla scia del successo ad Austin due settimane fa. E sa che il pubblico è dalla sua.

 

È l'uomo destinato ad interrompere il dominio di re Lewis, tanto in pista quanto in popolarità per quanto non sia certamente un guascone alla Daniel Ricciardo o un ragazzotto alla Charles Leclerc. Ma se non è un campione di simpatia, è uno spirito indomabile sull'asfalto. A differenza di un Hamilton sempre più polemico e lagnoso, soprattutto per quanto accade lontano delle corse. Da pilota «brillante, talentuoso e normale» si è trasformato in un personaggio «più politicamente corretto di un'assemblea generale del sindacato degli studenti»: è la critica che dalle colonne del tabloid The Sun gli ha rivolto Jeremy Clarckson, ex conduttore della fortunata serie britannica di motori Top Gear e pungente commentatore. Dalla questione dei diritti civili alle politiche ecologiste, Hamilton non alza il piede dall'acceleratore e ci si butta come se fosse un giro lanciato per la pole position, ma non scaldai cuori. L'anno scorso ha chiesto ed ottenuto che le monoposto della Mercedes venissero dipinte di nero dopo l'omicidio di George Floyd (con il povero compagno di squadra Valteri Bottas che si lamentava per il caldo percepito nell'abitacolo).

Nel 2019 ha sposato la campagna ambientalista vendendo il jet privato per dare il suo contributo alla riduzione di emissioni di anidride carbonica e ha esortato le persone a convertirsi alla dieta vegetariana. Recentemente ha anche presentato una linea di occhiali da sole prodotti con materiale biodegradabile. Sfrecciando a più di 300 km/h. «Tutto questo può funzionare bene sui social media, ma nel mondo reale, dove la gente vive, non funziona affatto», gli ha fatto notare Clarckson. Da una parte la fama mediatica di Hamilton non conosce freni: martedì è salito sul podio dell'evento organizzato dal WSJ Magazine, l'inserto dedicato a moda, design, viaggi e stili di vita del prestigioso Wall Street Journal, ritirando il premio come "talento all'avanguardia". Dall'altra la stima dei tifosi di casa e degli addetti ai lavori perde colpi: anche il connazionale Damon Hill, celebrato campione del mondo con la Williams, lo ha criticato per i messaggi radio troppo arrendevoli durante il Gp degli Stati Uniti, mentre in un recente sondaggio tra gli appassionati di Formula 1 si è piazzato terzo per popolarità, alle spalle ovviamente di Verstappen e soprattutto di Lando Norris, l'arrembante pilota della McLaren che è tornata a far breccia nei cuori britannici. Lontano dai flash e dai red capert, nel "mondo reale" indicato da Clarckson, la carriera di influencer ecosostenibile e progressista non ha molto grip. 

 

E allora, Que viva Mexico! Il fine settimana automobilistico ha tutti gli ingredienti per essere piccante e gustoso con i due protagonisti del Mondiale stimolati al punto giusto: l'Olandese volante Verstappen che non è mai stato così vicino al trionfo finale e la tigre inglese che deve affilare gli artigli per conservare gelosamente la corona. Si inizia stasera, alle 18.30, con la prima sessione di prove libere.

 

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