Pallamano, bikini vietato. Le donne del beach handball in rivolta: "Sessismo"
Bikini? Nella pallamano non verranno più utilizzati perché troppo sessisti. Lo ha deciso la Federazione internazionale, che ha cambiato il regolamento sulle divise femminili del beach handball, o pallamano giocata in spiaggia, dopo le polemiche sollevate in estate per le multe alla nazionale norvegese. Le atlete nordiche, infatti, erano state punite dalla commissione disciplinare della Federazione europea di pallamano (Ehf) perché durante gli Europei avevano indossato dei pantaloncini stile ciclista anziché gli slip da bikini, in segno di protesta contro le regole sull'abbigliamento dello sport, giudicate inique e sessiste.
Le nuove regole sull’abbigliamento - Con le nuove regole del beach handball femminile, per l’abbagliamento le atlete dovranno indossare "pantaloncini corti aderenti", e non più "slip del bikini con una vestibilità aderente e tagliati con un angolo in alto verso la parte superiore della gamba". Inoltre, i disegni inclusi nel nuovo regolamento non indicano più un top succinto, come quello richiesto in precedenza, ma una canotta simile a quella della divisa degli uomini, che prevede canottiera e pantaloncini, fin sotto il ginocchio, purché "non siano troppo larghi”. Così ha commentato l'attrice e attivista Talitha Stone, sin dal primo momento a favore della decisione delle giocatrici norvegesi: “Spero che ciò sia l'inizio della fine del sessismo e dell'oggettivizzazione delle donne e delle ragazze nello sport”.
Le reazioni alla multa inflitta dall’Ehf - La decisione sulla multa alle atlete norvegesi, infatti, aveva portato a più di una protesta, raccogliendo la solidarietà dell’organizzazione che si occupa di uguaglianza di genere: la “Collettive Shout”. La stessa che ha intrapreso una campagna nella quale sono state raccolte più di 60mila firme. Sul tema si era espressa anche la cantante statunitense Pink, la quale si era offerta di pagare la multa inflitta dalla Federazione alla nazionale femminile norvegese. Il ministro per la Cultura e lo Sport norvegese, Abid Raja, aveva definito le regole sulle divise femminili "del tutto ridicole", mentre da più parti erano state chieste le dimissioni dei presidenti della Federazione europea e di quella internazionale.