Juventus, Pavel Nedved processato dai piccoli azionisti: "Perché sei vicepresidente". Umiliato in pubblico
L'assemblea degli azionisti Juventus all'Allianz Stadium si trasforma in un processo a Pavel Nedved, prima ancora che al presidente Andrea Agnelli. Sul conto dell'ex trequartista ceko, uomo-chiave in campo nei successi della seconda era Lippi e poi con Fabio Capello, ci finisce una gestione tecnica troppo incerta: acquisti sbagliati, allenatori cambiati in maniera quasi irrazionale e, dulcis in fundo, i flop in Champions League che tanti guai hanno portato, insieme alla pandemia, alle casse societarie. Peraltro, Nedved agli occhi dei piccoli azionisti peccherebbe di atteggiamenti in tribuna giudicati un po' troppo sopra le righe. L'ultimo un paio di giorni fa, proprio all'Allianz, quando incassato il gol del 2-1 del Sassuolo all'ultimo secondo ha letteralmente "dato di matto", prendendosela con tutti.
Nedved si è così trovato costretto a prendere la parola per difendersi, rispondendo anche alle accuse più becere: "Non si può svolgere un ruolo cosi prestigioso solo perché sono amico del presidente, non credo che la proprietà lo permetterebbe. Ho sempre sentito tante responsabilità, anche troppe. Ho sentito critiche anche giuste per quanto riguarda il mio comportamento, ma fa parte del mio carattere. Darò sempre tutto per questa società, ho sempre agito per il suo bene e lo farò fino all'ultimo giorno che sarò qui. Sentire le vostre parole mi fa male ma non cambierò mai, svolgerò il mio lavoro con massima personalità e impegno". Poche ma chiare le parole di Agnelli: "Avere una persona come Pavel in società è un privilegio”.
Segna il Sassuolo e Nedved dà di matto. Raptus in tribuna, l'imbarazzo di Andrea Agnelli | Video
In un momento molto difficile per il club, forse il peggiore dal 2011 a oggi, Nedved prova a infondere un po' di ottimismo: "Mi allineo a quello che ha detto mister Allegri: in questo momento non ha senso parlare di obiettivi e di scudetto, ma sono state giocate appena 10 giornate e possiamo tranquillamente recuperare. Ora dobbiamo pensare a una partita alla volta, a recuperare posizioni".