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Superlega, Draghi contro la Juventus. Il retroscena: "Un motivo politico"

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Il governo contro la Superlega. Aggiungendosi ai 15 Paesi - tra cui Francia e Spagna - che hanno scelto di dare una spallata al progetto guidato da Andrea Agnelli e Florentino Perez. La memoria mette di fatto l'Italia contro la Juventus. Una posizione voluta dal presidente della Federcalcio Gabriele Gravina e poi dal numero uno del Coni Giovanni Malagò. L'Italia è in ballo per ospitare gli Europei di calcio del 2028 e Gravina, nell'esecutivo Uefa, ha in tasca una promessa del presidente Ceferin. "Che però, per garantire quella promessa, ha chiesto una mano per la più importante delle battaglie che sta conducendo: quella contro i "separatisti", ossia Real Madrid e Juventus. Una Superlega europea infatti svuoterebbe di senso - ma soprattutto dei ricavi miliardari - le competizioni Uefa di Champions e Europa League", rivela Repubblica.

 

 

 

L'Italia non aveva alcuna intenzione di allinearsi ai 15 Paesi che avevano già scritto al tribunale lussemburghese. C'era anche un parere dell'Antitrust, a suggerire una posizione contraria. In realtà, schierarsi non vuol dire negare la libertà costituzionale di fondare una nuova società che organizzi un nuovo torneo ma riconoscere la possibilità della Uefa di sanzionare o escludere dal proprio ordinamento chi non rispetta le regole.

 

 

 

"Senza tradire il concetto di libera concorrenza. Così, l'Italia torna in primissima fila per Euro 2028. Che, a questo punto, ha già la sua benedizione politica", conclude Repubblica.

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