Massimo Moratti incendia Inter-Juve: "Anche col Var...": il sospetto, che bordata contro i bianconeri
È la settimana del Derby d’Italia: “Inter-Juve? Per noi interisti è la partita, procura sofferenza, mi faceva star sveglio la notte. Ci pensi in continuazione, nella settimana che la precede. Come emotività e come simpatia”. E quando lo dice, Massimo Moratti, lo storico presidente nerazzurro dal 1995 al 2004 e dal 2006 al 2013, ride di buon gusto. Anche presidente onorario fino all’ottobre 2014 — quando numero uno divenne l’indonesiano Thohir — ha vinto in carriera 16 trofei. E in un’intervista al Corriere dello Sport ha lanciato la stoccata alla rivale di sempre, la Juve, in particolare il riferimento va alla stagione 1997-98, passata alla storia per il rigore non concesso ai nerazzurri dall'arbitro Ceccarini in seguito al placcaggio di Iuliano ai danni di Ronaldo: “Se ai miei tempi ci fosse stato il Var? Sarebbe stato uguale, perché dietro alla tecnologia ci sarebbe stata gente che la pensava allo stesso modo”.
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Mourinho e il tema Superlega
Per fortuna ci fu Mourinho a farlo sorridere più di tutti, l’autore del Triplete nella stagione 2009-10: “José lo sento ancora — commenta Moratti — è bravo e sono felice che sia alla Roma, dove sta facendo bene. Lo presi perché mi ricordava tanto Herrera, mi divertiva il fatto che come il Mago fosse diverso, provocatorio, abilissimo nel comunicare, molto intelligente. Oltre che eccezionalmente vincente”. Nelle sue intenzioni future non c’è quella di ritornare all’Inter, nonostante l’ex presidente resti un tifoso romantico: “È successo spesso, anche di recente. Una sconfitta dell’Inter e scatta la chiamata. Ma è una strada che non è più percorribile”. E sulla Superlega dice: “È stata presentata molto male, al punto che è il progetto è stato immediatamente cancellato. L’obiettivo dei club è quello di trovare il modo di portare a casa più soldi e posso anche capirlo, ma non si può sviluppare un piano del genere senza ascoltare la gente, gli appassionati e uscendo dal sistema".
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Da Mancini a Ibra
Una parola, Moratti la dedica anche a Zlatan Ibrahimovic e Roberto Mancini, fresco vincitore agli Europei con l’Italia ed ex allenatore nerazzurro: "Il pregio di Roberto potrebbe anche essere il difetto: l’emozionalità — afferma Massimo — Siamo sempre rimasti legati. Roberto era un ragazzo, conservava tutta l’emozionalità del giocatore. Perdemmo con la Lazio e me lo trovai nello spogliatoio che piangeva in un angolo, le lacrime facevano capire che ci teneva tremendamente a far bene. A Roberto ti affezioni anche per come vive il calcio, la partita, i momenti. Diventa difetto, l’emozionalità, quando prevale sul resto, proprio questo aspetto del carattere lo spinse a dire che a fine stagione se ne sarebbe andato”. Sullo svedese: “Un tipo davvero speciale, molto simpatico — conclude — La cantante lirica, voleva essere rispettato, la squadra dove riconoscerne la leadership, lui era il capo, dava anche ottimi consigli. Ancora oggi, a 40 anni, non sembra cambiato".
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