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Inter, ecco perché la Serie A tenta gli arabi: denari e consenso, il piano degli sceicchi

Federico Strumolo
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La notizia dell'interessamento del fondo sovrano dell'Arabia Saudita, Pif (Public Investment Fund), nei confronti dell'Inter ha suscitato grande clamore. Ma nessun addetto ai lavori sarà rimasto realmente sorpreso dalle voci di una trattativa. D'altronde, l'enorme potere attrattivo dell'Italia per il mondo arabo non è certo una novità, e si perde il conto degli investimenti fatti da noi dal medio oriente. In particolare, nelle ultime settimane proprio il fondo Pif è tornato a concentrarsi con decisione sull'Europa, senza trascurare, appunto, l'Italia. 

 

I sauditi, infatti, sono entrati nella casa di hypercar modenese Pagani, acquistando quote di minoranza (si vocifera del 30%), e avrebbero in progetto la costruzione di nuovi grattacieli a Milano (seguendo il modello della zona Porta Nuova, di proprietà qatariota). Mosse del fondo presieduto dal principe ereditario saudita Mohammad bin Salman Al Saud che darebbero continuità alla politica di diversificazione attuata negli ultimi anni, con investimenti in vari settori (si va da Boeing a Facebook, da Disney a Citigroup), nell'ottica di raddoppiare entro il 2025 il proprio valore stimato oggi in 500 miliardi di dollari. 

LA SUPERCOPPA ITALIANA
Appare quindi naturale che dal medio oriente possa esserci un forte interesse anche per la serie A. A maggior ragione per il grande appeal di cui gode il calcio in generale sul mondo arabo. Un amore verso il pallone testimoniato dalle tante manifestazioni ospitate in quella parte del globo, come il Mondiale per club (disputato quattro volte negli Emirati Arabi Uniti, 2009, 2010, 2017 e 2018, e negli ultimi due anni in Qatar), ola stessa Supercoppa italiana, in programma il 22 dicembre a Gedda (dopo che l'Arabia Saudita l'aveva già ospitata nel 2018 e nel 2019, oltre all'edizione disputata in Qatar nel 2016). In attesa, poi, del grande evento rappresentato dal Mondiale del prossimo anno in Qatar, che andrà in scena tra novembre e dicembre del 2022 (e proprio ieri il presidente della Fifa Gianni Infantino ha aperto alla possibilità di un altro Mondiale in medio oriente, durante la sua prima visita in Israele: «Perché non sognare una Coppa del Mondo in Israele e nei Paesi vicini? Con gli Accordi di Abramo, perché non organizzarli qui assieme agli altri Paesi del Medio Oriente e i palestinesi?»). 

 

Ma oltre alla grande passione per il calcio, un elemento da non sottovalutare che avvicina gli emiri è la possibilità, attraverso investimenti nello sport, di ripulire la propria immagina. D'altronde, il pallone è da sempre strumento di consenso, oltre a rappresentare un'importante arma di sviluppo. E dopo aver conquistato la Premier League inglese (l'ultimo acquisto è proprio del fondo Pif, con i 353 milioni investiti nel Newcastle, a sfidare la famiglia reale degli Emirati Arabi con il Manchester City) e la Ligue 1 (dove domina il Paris Saint-Germain qatariota), la lente di ingrandimento si è spostata sulla serie A. 

IL GOVERNO CINESE
Più intrigante rispetto alla Liga spagnola, considerando che Barcellona e Real Madrid sono troppo radicate e gli altri club non possono certamente contare sul blasone delle grandi italiane. Il bacino di tifosi con una passione per la serie A, poi, su cui possono contare gli arabi, tra l'altro sparso per il mondo, è molto ampio. E da non sottovalutare è la questione del Ramadan, che dagli organizzatori degli eventi sportivi è considerato una grande opportunità, per la possibilità di avere un importante numero di spettatori a casa davanti alla televisione. È chiaro, dunque, che in tutto questo panorama possa inserirsi l'acquisto di un club come l'Inter, a maggior ragione per le notizie che arrivano dalla Cina, con il governo di Pechino che sarebbe in forte pressing per convincere Suning a vendere la società nerazzurra.

 

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