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Gigio Donnarumma, "il diritto dei tifosi di fischiarlo": schiaffo brutale a sorpresa, il "buonista" che lo affonda

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"Proverò a difendere il diritto dei tifosi del Milan di fischiare Gigio Donnarumma. I fischi non sono tutti uguali. Una cosa è fischiare qualcuno per il colore della sua pelle o per la sua nazionalità (i fischi all'inno spagnolo, quelli sì, sono stati una vergogna). Ma che degli innamorati delusi esprimano pacificamente, anche se un po' troppo ossessivamente, il loro dissenso verso un giovane idolo che hanno visto crescere e che alla fine se ne è andato altrove, mi sembra comprensibile e persino romantico". Così Massimo Gramellini, sul Corriere della Sera,  prova a giustificare i fischi per il portiere della nazionale italiana durante la sfida contro la Spagna persa a San Siro.

 

"Capisco faccia inorridire chi disprezza il tifo e l'applicazione di logiche sentimentali a un passatempo praticato e governato da miliardari. Ma chi invece ha la disgrazia di patire fin da piccolo per una squadra del cuore dovrebbe riconoscere la natura e, in fondo, la purezza di certe pulsioni", prosegue Gramellini.

 

 

 "Nella città della Scala i fischi sono sempre stati percepiti, anche da chi li subiva, come una spia di passione. Donnarumma ha tutto il diritto di andare dove lo portano il cuore e il procuratore, infischiandosene dei sentimenti dei suoi ex tifosi, così a costoro andrebbe riconosciuto il diritto di dissentire nell'unico modo non violento che hanno a disposizione. Quando smetteranno di fischiarlo sarà perché lo avranno dimenticato", conclude il giornalista.

 

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