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Gianluigi Donnarumma, Mauro Tassotti ad alzo zero: "Deciderà la storia", come godono i rossoneri
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Mauro Tassotti, ex giocatore e allenatore del Milan, ha parlato squadra rossonera dopo la vittoria di Bergamo. Il tecnico, vice di Andrij Shevchenko ct dell'Ucraina, parla infine anche del suo futuro, dichiarando la sua voglia di tornare in campo il prima possibile. "Sto seguendo molto il Milan ultimamente, visto il tempo a disposizione. Il Milan gioca bene: non lo fa da adesso, ma già dallo scorso anno. Stanno crescendo molti giocatori e merita tutto quello che sta ottenendo. Giustamente è in Champions League e giustamente è seconda in Serie A, visto che il Napoli le ha vinte tutte, ma il Milan sta bene ormai da tempo. Sono contento di vederli giocare così perchè è davvero una squadra piacevole da vedere".
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Un ex terzino forte come lui non può non parlare della attuale difesa del Milan e del nuovo portiere Mike Maignan. "Il ruolo del portiere era una questione delicata. E' andato via un campione come Donnarumma, che probabilmente è il più forte al mondo per quanto riguarda soprattutto l'età e le potenzialità. Maignan sta facendo bene perchè ha dimostrato una personalità fortissima. Comanda la difesa ed è sempre molto presente, abile con i piedi, tanto è vero che spesso ha fatto ripartire l'azione con i suoi rilanci. E' una sorpresa per me, perché non lo conoscevo".
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Intervistatao da PIanteMilan, a proposito di Donnarumma e dei fischi promessi per lui a San Siro, stasera mercoledì 6 ottobre, per la sfida di Nations League tra Italia e Spagna, Tassotti spiega che, "è difficile giudicare. Quando si firma un contratto si firma un contratto, altrimenti uno firmerebbe a vita. Questo significa che dopo 3-4 anni il rapporto può terminare. Evidentemente non si è innamorato del Milan a tutto tondo e ha pensato che per la sua carriera fosse meglio andare a Parigi. La storia deciderà se avrà fatto bene o meno. Non so se sia la scelta giusta. La gente non dovrebbe innamorarsi troppo dei giocatori perché quest'ultimi hanno un contratto a termine e non è detto che il rinnovo debba per forza arrivare. Andare a giocare in un'altra squadra è un diritto del calciatore. Qualche volta ti manda via la società, qualche volta decidono i giocatori", conclude Tassotti.
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