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Arsene Wenger, la rivoluzione nel calcio: "Mondiali ogni 2 anni e periodo di riposo per i calciatori"

Lorenzo Pastuglia
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I Mondiali di calcio ogni due anni invece che quattro. Per il responsabile per lo sviluppo del calcio alla Fifa ed ex allenatore dell’Arsenal, Arsene Wenger, è un’ipotesi possibile, e che trova il sostegno di diversi calciatori. Una riforma dei calendari che porterebbe quasi a una rivoluzione, anche se il francese non la definisce così: “Piuttosto è un’evoluzione necessaria — dice in un’intervista con il quotidiano Repubblica — Raggruppare le qualificazioni in una o due finestre internazionali e lasciare per il resto della stagione i giocatori con i loro club: meno interruzioni dei campionati, meno viaggi per i giocatori. Ci sarebbero meno giorni per le nazionali durante l'anno, ma si creerebbe lo spazio per una grande competizione alla fine della stagione, Mondiale o Europeo”. 


Un periodo di riposo ‘obbligatorio’ - Poi, ci sarebbe “un periodo di riposo obbligatorio di 25 giorni per i giocatori prima dell'inizio della nuova stagione. Io propongo di 'pulire' il calendario ed eliminare le partite che hanno perso significato — aggiunge Wenger nella sua proposta — Un modo più moderno di organizzare il calcio”. Sempre sui calciatori: “Abbiamo consultato un certo numero di top player e so che i giocatori preferirebbero disputare più partite importanti, piuttosto che amichevoli — aggiunge il francese — Quasi tutti i migliori poi giocano in Europa: sudamericani, africani, asiatici devono volare per oltre 300mila chilometri in quattro anni. I viaggi ripetuti, lo shock climatico, il jet lag, sono un peso enorme. La mia priorità sono i calciatori”. 


Dalla Superlega alle critiche di Uefa e Conmebol - Un commento arriva poi sulla Superlega: “C'è una differenza fondamentale — aggiunge l’ex Arsenal — Il mio obiettivo non è quello di creare un circolo chiuso ed esclusivo, ma di rendere il calcio più inclusivo, dando più opportunità a tutti i Paesi. Delle 211 federazioni, 133 non hanno mai partecipato a una Coppa del Mondo. Con edizioni più frequenti, avrebbero più possibilità”. Sulle critiche di Uefa e Conmebol: "Non vedono il quadro completo — conclude Wenger — Da 20 anni, nelle fasi finali del Mondiale si affrontano quasi sempre squadre europee e sudamericane e hanno sempre vinto le europee. Le altre non giocano queste partite, quindi non hanno la possibilità di colmare il divario. Una Coppa del Mondo più frequente darebbe loro più possibilità di partecipare e uno stimolo a investire sui giovani".

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