Sheriff, l'ombra del Kgb e 12 milioni... per dominare: i segreti del club separatista moldavo
Se la fortuna aiuta gli audaci, non poteva non premiare lo Sheriff Tiraspol, una delle più coraggiose esordienti nella storia della Champions. In due partite contro Shakhtar e Real Madrid, la squadra di mister Yuriy Vernydub ha tirato in porta solo 7 volte, e sei di questi tiri sono diventati gol (di cui uno annullato). I tiri incassati sono stati invece 52 ma le reti subite su azione sono pari a zero (Benzema ha segnato su rigore). Risultato: sei punti e vetta a + 3 dal Real e a +5 da Intere Shakhtar, tre club per cui l'Europa non è una novità ma un'abitudine. Non è tale per lo Sheriff, la prima squadra moldava ad accedere alla Champions anzi no, perché moldava non ritiene di essere: ha sede in Transnistria, piccola repubblica separatista dal 1990 che ancora oggi non è stata riconosciuta come indipendente dai Paesi dell'Onu.
Tipo la Padania, ma seria. Visto che non è di nessuno, lo Sheriff è diventato di tutti. Dopo il trionfo al Bernabeu si è scatenato un tripudio mondiale: d'altronde è Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri, anche se in realtà tanto poveri non sono. Lo Sheriff, più che una favola, è il frutto di una proprietà ricca che semina dal 1997. Deve il suo nome alla compagnia fondata nel 1993 da due ex Kgb (i servizi segreti sovietici), Viktor Guan e Il'ja Kazmaly, la quale oggi ha tentacoli in ogni angolo di Tiraspol. Se ci cammini, vedi Sheriff ovunque perché Sheriff è letteralmente ogni cosa: una ditta edile, una catena di supermercati, un'azienda di telefonia, una tv, distributori, alberghi e casinò. È anche un partito politico che però si chiama Obnovlenie, "rinnovamento", per non mescolare il sacro al profano.
La società di calcio è ora la stella polare di una galassia di soft power. Il pallone d'altronde è già monopolizzato: con 19 campionati, 10 Coppe e 7 Supercoppe, lo Sheriff è il club più titolato della Moldavia. Facile considerando che gioca in un impianto del 2002 da 13mila posti tra 8 campi di allenamento, appartamenti, piscine, hotel a 5 stelle e campus del Complexul Sheriff, gioiellino da oltre 200 milioni, mentre le rivali si accontentano di un terreno trasandato. La holding è guidata dal figlio dell'ex presidente della Transnistria, Igor Smirnov, una sorta di Berlusconi di un mondo parallelo. Chissà se a Silvio sarebbe piaciuta una rosa che più cosmopolita non si può, con ben 19 nazionalità diverse.
Moldavi? Solo 6 su 30. Italiani? Mezzo: Fernando Costanza, italobrasiliano che al Bernabeu ha fermato Vinicius. La rosa vale solo 12,4 milioni (secondo Transfermarkt), meno di qualunque altra partecipante della Champions e, per paradosso, pure dell'Europa League (il Broendy vale 24). Frank Castañeda, il capitano, vale un solo milione. Ma i soldi non contano più e l'Inter, rispetto a Shakhtar e Real, ha materiale di studio. Lo svantaggio è che non esistono alternative alla doppia vittoria: senza i 6 punti, la qualificazione diventerebbe quasi impossibile. Anche perché a quel punto sarebbe meritato, e non più sorprendente, il passaggio dello Sheriff.