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Milan, mestizia-Messias: "Capisco i tifosi che si aspettavano altro, ecco perché sono qua"

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"Essere al Milan è il massimo della vita. Sono orgoglioso di essere qui, sono stati ripagati i sacrifici che ho fatto". Junior Messias a Milanello è la faccia dell'umiltà. La classica "favola" sportiva: a 30 anni, dopo una vita tra amatori e dilettanti, il salto in A col Crotone e poi, dopo un solo anno, l'approdo in rossonero. "Il talento e il lavoro non bastano, serve dare sempre il massimo", spiega il brasiliano, acquistato in prestito a 2,6 milioni di euro con diritto di riscatto (a 5,5 milioni più uno di bonus). In attesa di capire se la favola diventerà realtà o resterà solo una bella storia da calciomercato, se cioè l'esterno offensivo diventerà un protagonista o finirà solo per far da tappezzeria, Messias si presenta così: "Io gioco dove serve al mister. Io sono nato esterno d'attacco, poi ho fatto bene anche sotto punta. Deciderà lui dove farmi giocare". 

 

 

 



"Alle 2 mi ha chiamato il mio procuratore per darmi la notizia. Poi ho parlato con tutti, anche con Maldini. Ero felicissimo". E quella notte non ha dormito, ammette Messias che poi non dà una risposta banale quando gli chiedono della delusione di tanti tifosi che si aspettavano non l'ennesima scommessa, ma un nome affermato sulla trequarti. Tra le ipotesi ventilate negli ultimi giorni, Isco, James Rodriguez, Bernardo Silva. Con tutto il rispetto per Messias, un altro livello. "Capisco i tifosi che si aspettavano un nome importante - ammette lui -. Il Milan mi ha dato fiducia, io devo ricambiarla, alla fine deve parlare il campo e non io". La fiducia non gli manca: "Sono maturato tanto, arrivo qui a 30 anni che è diverso che arrivare qui a 20 anni quando hai una testa diversa. Se sono arrivato adesso è perché doveva andare così". Maldini e Massara "mi hanno studiato, hanno visto qualcosa di importante, altrimenti non mi avrebbero preso. Sanno cosa posso dare". 

 

 

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