Cristiano Ronaldo, per Mario Sconcerti il matrimonio con la Juve è stato "una operazione inutile"
"Cristiano Ronaldo non ha mai parlato se non di se stesso e quando gli serviva, è sempre stato chiuso nel suo mondo-azienda tenendo fuori tutti. Spesso andava anche ad allenarsi da solo. Ci aspettavamo qualcosa del genere, ma non con questa costanza. Non ha normalità, è dovunque un'eccezione. Dal punto di vista tecnico il danno che lascia non è rimediabile, non ci sono sostituzioni possibili. Vengono meno 30/35 gol in un colpo solo". Così Mario Sconcerti, sulle colonne del Corriere della Sera, commenta l'addio di CR7 alla Juventus.
"Non c'è un giocatore a questa altezza, va sostituito con più giocatori, quindi un intero gioco diverso. Ci si può riuscire se tutta la squadra capirà che adesso è sola e deve cambiare attitudine, non ha più niente che ne giustifichi il disagio. Ma l'addio di Ronaldo porta con sé anche un significato più profondo. È il primo limite in un secolo di famiglia Agnelli che la Juventus non è riuscita a superare. Ronaldo è diventato il confine della Juve, oltre lui c'è il deserto di Buzzati", chiarisce Sconcerti.
"Ronaldo ha fatto tutto quello che gli è stato chiesto, ma non è bastato, ha finito anzi per dissestare l'ordine dell'azienda, l'ha costretto a chiedere aiuto all'azionista e a quelle stesse squadre a cui toglieva i giocatori migliori. È una novità importante che riguarda tutti. Perché è storica e perché i limiti della Juve rappresentano sempre quelli del nostro calcio. Quando la Juve tornerà arrogante vorrà dire che il tempo freddo sarà finito per tutti", conclude l'editorialista del Corriere della Sera.