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Pierluigi Pardo smentisce Pier Silvio Berlusconi: "Nessuna firma", con Mediaset non è finita bene

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È finita male tra Pierluigi Pardo e Mediaset. A luglio sembrava tutto fatto: Pier Silvio Berlusconi annunciava il contratto in esclusiva con il giornalista, telecronista e conduttore di Tiki Taka. Poi il ribaltone: Pardo ha firmato per DAZN, con l'azienda di Cologno Monzese che gli ha fatto causa per "grave inadempimento delle intese di collaborazione esclusiva raggiunte". Intervistato dal Foglio, è lo stesso Pardo a difendersi smentendo la versione fornita da Mediaset.

 

 

 


"In estate non c’è stato con Mediaset nessun contratto firmato e nemmeno accettato informalmente. Avrei voluto continuare a lavorare anche per DAZN come avevo fatto negli anni precedenti, anche perché si trattava di due progetti diversi, uno la Champions/Coppa Italia, l’altro per la Serie A, senza alcuna conflittualità da una parte e dall’altra. Mi aspettavo il via libera da Mediaset, ma non è mai arrivato. Avere comunque due aziende così importanti che ti vogliono è una bella soddisfazione".

 

 

 

 

A Mediaset, al posto di Pardo, è arrivato un altro ex di Sky e voce tra le più famose del pallone televisivo italiano, Riccardo Trevisani (non più in coppia con l'inseparabile Daniele Adani, per ora). "Un amico, ci siamo sentiti. Ottima scelta", si complimenta Pardo, che non vuole fare polemica con Mediaset. "È stata un’esperienza bellissima. Ho lavorato per 11 anni in un ambiente speciale. Sono grato delle opportunità che mi sono state date. Penso di essermela cavata bene, ma so anche di aver goduto di libertà e fiducia da parte dell’editore. Cosa niente affatto scontata. Ho conosciuto persone straordinarie e continuerò a voler bene a questa azienda".

Oggi parte il campionato, e Pardo è già pronto al via: per DAZN commenterà l'anticipo Inter-Genoa e domenica Napoli-Venezia: "Siamo pronti, tutto il mondo sta andando in questa direzione. E mi piace pensare che il calcio possa contribuire alla digitalizzazione del paese… DAZN è bella perché è giovane ed entusiasta, flessibile e accessibile. Tre anni fa molti non sapevano come pronunciare quelle quattro lettere, adesso siamo chiamati a una grande sfida".

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