Hope Solo denuncia Megan Rapinoe: "Ci intimidiva e ci costringeva a inginocchiarci". Un caso internazionale
Anche "i buoni" fanno i cattivi. Dietro la Nazionale di calcio femminile americana inginocchiata alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in segno di adesione al movimento #Blacklivesmatter ci sarebbero le pressioni psicologiche della capitana e stella della squadra, Megan Rapinoe, avversaria numero uno dell'ex presidente Donald Trump. La calciatrice, che il Tycoon chiamava con sprezzo "la donna con i capelli fucsia", è aperta sostenitrice delle posizioni più radicali su temi come diritti LGBTQ e delle minoranze di colore. Ma soprattutto, è forse il volto più famoso del calcio mondiale, ben oltre il livello sportivo. È seguitissima sui social ed è in grado di spostare le opinioni di decine di migliaia di persone.
Forse forte di questo seguito, avrebbe quindi costretto anche le compagne più riluttanti a schierarsi e inginocchiarsi. A sostenerlo durante un podcast di goal.com, è Hope Solo, ex portiere della Nazionale americana, altro volto famosissimo di questo sport, nonché ex compagna della Rapinoe anche nel club, le Seattle Reign. Il gesto di inginocchiarsi durante l'inno americano, in segno di protesta contro le violenze nei confronti della comunità di colore, era stato introdotto nel 2016 dal giocatore di football americano Colin Caerpernick d divenato subito un gesto molto politico, dichiaratamente anti-trumpiano, per poi diffondersi a macchia d'olio in tutto il mondo. Agli Europei 2020 vinti dall'Italia, per esempio, ha fatto molto rumore la decisione degli Azzurri di non inginocchiarsi prima delle partite. Una scelta giudicata razzista dai progressisti di casa nostra (e non solo).
Hope Solo, però, sembra svelare le magagne dei buonisti. La Rapinoe, ha spiegato, "arrivava a usare atteggiamenti intimidatori pur di costringerci ad inginocchiarci durante l'inno nazionale". Insomma, saremmo dalle parti del bullismo vero e proprio. La campionessa, trascinatrice degli Usa nella vittoria dei Mondiali 2019, secondo la Solo (forse imbeccata da qualche compagna ancora in attività, visto che come ricorda il Giornale è uscita dal calcio pro nel 2016) "obbligherebbe le compagne con l'intimidazione ad assecondare le sue battaglie, anche quelle che non vogliono inginocchiarsi, perché quel gesto è altamente divisivo". Facendo peraltro guadagnare loro l'etichetta poco simpatica coniata da Trump: "Un gruppo di maniache di sinistra poco attaccate alla patria".