Tokyo 2020, le accuse a Marcell Jacobs del Washington Post: "Nessuno lo conosce, pieno di campioni dopati"
Marcell Jacobs viene giustamente celebrato in tutto il mondo per essere diventato il nuovo re dei 100 metri, tagliando il traguardo in 9’’80 (nuovo record europeo). Il primo agosto 2021 è una data che rimarrà per sempre nella storia dello sport italiano, dato che mai prima d’ora un azzurro era stato in grado di imporsi nella gara regina di atletica. Eppure non manca chi avanza dei sospetti su Jacobs, resosi protagonista di un exploit magnifico.
Particolarmente velenoso un articolo del Washington Post, che commentando l’impresa di Marcell scrive quanto segue: “Un 26enne che fino a questa primavera si esibiva alla periferia dello sprint d’élite, ha vinto i 100 metri in 9’’80 e si è guadagnato il titolo non ufficiale di uomo più veloce del pianeta. Solo i più caldi appassionati dell’atletica avevano sentito parlare di Jacobs. L’americano Fred Kerley, che ha vinto l’argento con il suo record personale di 9’’84, ha detto ‘non sapevo niente di lui’
Ma non è finita qui, perché poi arrivano i sospetti più pesanti da parte del Washington Post: “Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica è legata a sospetti per improvvisi e enormi progressi. Gli annali dello sport sono pieni di campioni che esplodono e poi si rivelano dopati. Sarebbe scorretto accusare Jacobs. Sarebbe parziale non riconoscere il contesto dei suoi risultati. Jacobs merita il beneficio del dubbio. Il suo sport, però, no”.