Federica Pellegrini è Divina, ma è stata la più forte? I due nomi e quel legittimo sospetto
Come Cenerentola, solo che non aveva mezzanotte da rispettare e scarpette da perdere. Lei in vasca e il suo principe azzurro appena fuori, Federica Pellegrini non poteva scegliere un finale migliore per salutare, anche se qualcosa da fare in vasca ce l'ha ancora. Un paio di staffette, la 4x100 mista e quella mista uomini e donne, poi il 26 e 27 agosto la tappa italiana della ISL a Napoli per salutare da vicino il suo pubblico e scrivere la parola fine sulla carriera. Idealmente ha ceduto lo scettro ad Ariarne Titmus, il nuovo che avanza prepotente. Lei che tra una settimana compirà 33 anni, ha potuto poco contro una che invece è classe 2000 e farà 21 anni a settembre. Però, sempre lei, a 20 anni aveva già messo insieme due Olimpiadi e altrettante medaglie, quella d'argento ad Atene e quella d'oro a Pechino. Poi è andata avanti per altre 13 lunghissime stagioni, mentre nessuno ci può dire se l'australiana tirerà dritto almeno fino ai Giochi di Brisbane che certo sono un bello stimolo, ma mancano ancora 11 anni. Titmus in due giorni, vincendo 400 e 200, quello che è stato anche il passato faticoso della Fede, ha messo insieme più ori di lei alle Olimpiadi ed è un dato di fatto. Come è un dato di fatto che la forza mediatica della Pellegrini non ce l'ha nessuno e difficilmente qualcuno anche in futuro, vasca o meno, riuscirà a raggiungere questi livelli.
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BENEDETTA EREDE
A Tokyo si è chiusa un'era per il nuoto nostrano e dobbiamo pregare che Benedetta Pilato regga bene pressioni presenti e future, assieme a Simona Quadarella è una delle due che può raccoglierne l'eredità. Federica però adesso sorride, come non ha mai fatto così apertamente nemmeno quando ha vinto qualcosa di importante. Sorride perché pensa a quello che verrà, ad una vita profondamente diversa, forse da dirigente sportiva e non certo allenatrice perché riconosce di essere decisamente dura per farsi sopportare da un'atleta. Ha nuotato il suo miglior crono dell'anno, non è bastato. Va bene così anche perché intanto la Titmus non ha demolito il suo record del mondo e almeno quello le resterà ancora per un po'. E oggi che già manca, anche se non ha ancora staccato la spina, si apre l'eterno dibattito: è stata la più grande, questo quasi nessuno lo mette in discussione. Ma è stata anche la più forte? Una domanda più da bar dello sport che da vita reale, ma stuzzicante anche per una risposta così certa e immediata.
Su un piatto della bilancia mettiamo quello che la ragazza partita da Mira ha combinato fino ad oggi. L'oro olimpico e i quattro titoli mondiali, il pieno di medaglie a livello continentale ma soprattutto l'impatto che ha avuto nel mondo dello sport diventando icona prima, Divina poi. Titoli di forma, ma che le hanno fruttato anche contratti importanti e ruoli di primo piano in tv negli ultimi anni, quando ha dimostrato di sapersi muovere come un'artista di provata esperienza. Sull'altro però ci sono i paragoni, impossibili e comunque stimolanti. Se prendiamo le nostre donne a cinque cerchi, ce ne sono almeno tre o quattro che hanno fatto nettamente meglio di lei. Su tutte Valentina Vezzali, campionessa di longevità come la Fede, ma con 5 ori olimpici in più e sedici titolo mondiali in tutto. Se allarghiamo il campo anche alle Olimpiadi invernali, oggettivamente complicato dire che Deborah Compagnoni, Stefania Belmondo e Manuela Di Centa abbiano fatto peggio di lei anche perché non sarebbe nemmeno vero. Nessuna di loro però ha avuto lo stesso seguito, ha mosso le stesse passioni, ha attirato anche la stessa attenzione financo morbosa. Merito suo e merito dei social, che la Pellegrini segue personalmente senza affidarsi ai soliti media manager. Saranno anche il suo modo per tenere i contatti con il pubblico ora che passerà ad un'altra vita, quella che aspetta da tempo. «Questo è stato un bel viaggio, me la sono goduta dall'inizio alla fine. Tra pochi giorni compirò 33 anni, è il momento più giusto, ringrazio tutti quelli che mi hanno tifato e si sono svegliati di notte per seguirmi dall'Italia. Di solito non entro sorridendo e non esco sorridendo dalla vasca ma questa volta è stato tutto bello, anche mentre nuotavo non si vedeva ma sorridevo. A questo sport io ho dato e ricevuto tutto quello che potevo».
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IL FIDANZATO
Confessa di avere molte cose da fare e tra queste c'è quella di mettere su famiglia con Matteo Giunta, passato dalle vesti di tecnico a quelle di fidanzato in un amen, anche se tutti già sapevano: «Se non ci fosse stato, probabilmente avrei smesso qualche anno fa. Matteo è stato un grandissimo allenatore e un compagno di vita speciale, spero lo sarà anche in futuro. È stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano che sportivo. Era il segreto di Pulcinella, abbiamo mantenuto sempre le distanze perché abbiamo due ruoli ben definiti ed è stato giusto così». A Tokyo l'abbiamo vista serena ma provata, fisicamente molto lontana dall'impressione di potenza fisica che dava due anni fa ai Mondiali coreani. Sempre Divina, ma più umana: meglio così.