Tokyo 2020, Federica Pellegrini: "Nessuno doveva sapere". La confessione d'amore dopo l'ultima storica finale
Cala il sipario su una carriera da fantascienza, quella di Federica Pellegrini, che chiude con la quinta e ultima finale olimpica, mai nessuno come lei nella storia del nuoto femminile. Chiude settima, ma poco conta: a 33 anni tra pochi giorni, è storia con la esse maiuscola.
E ora, per la prima volta, nel dopo-gara la Divina parla anche del privato, dell'amore per l'allenatore Matteo Giunta, che la segue dal 2014: "Se non ci fosse stato Matteo probabilmente avrei smesso qualche anno fa”, dice al Tg1. “Matteo è un grandissimo allenatore ed un compagno di vita speciale e spero lo sarà anche in futuro. La priorità era tenere l’immagine dell’allenatore e dell’atleta separati e siamo stati molto bravi in questo. E’ stata una persona fondamentale, una delle più importanti in questo percorso sia umano che sportivo", ha confessato la Pellegrini.
A caldo, appena uscita dalla piscina, le lacrime e la commozione: "Non voglio piangere", aveva detto prima di sciogliersi ed emozionarsi ai ringraziamenti. Ma è gioia. La Pellegrini scende in vasca a Tokyo per dare l’addio ai suoi 200 metri liberi che sono diventati dal 2004 il suo regno per ballare la sua “last dance baby", come dice sui social poco prima di toccare l’acqua giapponese. Chiude settima (1’55’’91), vince chi doveva farlo: l’australiana Ariarne Titmus, 20 anni, 13 meno di Fede, che dopo l’oro nei 400 si prende anche quello nelle 4 vasche (in 1’53’’50, record olimpico). Argento alla rappresentante di Hong Kong, Siobhan Haughey, 23 anni (1’53’’92) e bronzo alla canadese Penny Oleksiak, 21 anni (1’54’’70). Solo quinta l’americana Katie Ledecky (1’’55’’21).