Tokyo 2020, Dagospia e la passione politica per la destra di Aldo Montano: "Ecco perché non fa il portabandiera"
È alla sua quinta Olimpiade come Federica Pellegrini ma di lui si parla poco, rispetto alla nuotatrice. Sperava di fare il portabandiera ma si dovrà accontentare di sfilare dietro Elia Viviani e Jessica Rossi. "A quasi 43 anni Aldo Montano sbarca ai Giochi di Tokyo e punta all’oro mondiale a squadre nella sciabola ma non viene celebrato come meriterebbe", rivela Dagospia.
Lo schermidore livornese è uno dei più longevi protagonisti dell’olimpismo azzurro. L’oro ad Atene 2004 all’ultimo assalto, i complimenti dell’allora presidente Ciampi, livornese come lui, il prefisso telefonico della sua città scritto sulla mano. Un altro Montano sul podio olimpico. Dopo il nonno Aldo, il padre Mario Aldo e i tre cugini del padre. Dinastia Montano. "Eppure lo sciabolatore ha dovuto fare i conti sempre con una vulgata antipatizzante che lo ha ridotto - in ragione dei suoi flirt da copertina e delle apparizioni in reality e programmi tv - a un personaggio da gossip: “Aldo Montato”.", ricorda sempre Dagospia.
“Io in palestra mi sono sempre fatto un cu** così. Eppure per la gente ero quello della bella vita”, ha dichiarato alla “Gazzetta” Ma non è che sconta anche le sue idee politiche? Non sono mancate le polemiche da parte di qualche anima bella “radical” per quel tatuaggio dannunziano “Memento audere semper” sull’avambraccio. Intanto lui promette: "La saga dei Montano forse non è finita, come quella di Rocky e Creed".
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