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Olimpiadi di Tokyo, salgono a 75 i contagi da coronavirus ed è tutto pronto per la cancellazione

Daniele Dell'Orco
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 Il conto alla rovescia per l'inizio delle Olimpiadi di Tokyo sta diventando un Orologio dell'Apocalisse. A due giorni dalla cerimonia inaugurale il clima a Tokyo diventa sempre più teso e anche il proverbiale ottimismo del n.1 del CIO Thomas Bach e delle autorità nipponiche inizia a vacillare. Dopo che la "biofortezza" che ospita le delegazioni è stata perforata dal Covid, ieri i controlli sanitari hanno fatto registrare altri contagi, portando il totale a 75. Tra gli ultimi in ordine di tempo con tampone positivo sono stati Fernanda Aguirre, specialista cilena del taekwondo, e l'allenatore della squadra ceca di beach volley, Simon Nausch.

 

 

«CI PENSIAMO DOPO»
L'allarme insomma è tutt' altro che rientrato, e Toshiro Muto, il capo organizzatore dei Giochi, durante la conferenza stampa di presentazione a domanda precisa ha persino ammesso che esiste la possibilità, in extremis, che la rassegna venga annullata. «Non possiamo prevedere cosa accadrà con il numero di casi di coronavirus. Quindi continueremo le discussioni se ci fosse un picco di casi. Abbiamo concordato che in base alla situazione del coronavirus, convocheremo di nuovo colloqui a cinque. A questo punto, i casi di contagio potrebbero aumentare o diminuire, quindi penseremo a cosa fare quando si presenterà la situazione». Un lungo panegirico, tipicamente giapponese, per non dire chiaramente che la proliferazione del virus tra gli atleti è molto difficile da controllare. Anche perché visti i tanti atleti che hanno avuto stretti contatti con i positivi è stato fatto in un briefing al quale hanno partecipato il Cio e il comitato organizzatore, ma le casistiche sono infinite. Se non c'è alcun dubbio sull'isolamento in camera al quale sono sottoposti al villaggio due calciatori sudafricani e i cechi del beach, ben più delicata è la questione su come regolarsi con tutti quelli che in base alla app di tracciamento che ogni accreditato ha dovuto scaricarsi risultano aver avuto contatti stretti con i positivi. Per dire l'intera nazionale di calcio del Sudafrica è posta in bolla, ma deve proseguire la preparazione, quindi gli spostamenti saranno inevitabili. Sono sottoposti a screening ogni giorno mediante test nasofaringei, invitati a mangiare in camera e trasportati «con mezzi dedicati», devono «allenarsi separatamente» ma non sono costretti al completo isolamento. Il primo ministro giapponese Yoshihide Suga, però, resta convinto dell'importanza, anche simbolica, che avrà l'evento: «Dopo un lungo tunnel, ora davanti ai nostri occhi c'è un'uscita. Il significato dei Giochi di Tokyo non sarà ostacolato o ridotto dalle difficili circostanze». Gli fa eco Thomas Bach, che dice: «I Giochi Olimpici di Tokyo 2020 daranno all'umanità fiducia nel futuro. Avevamo dubbi ogni giorno e abbiamo vissuto notti insonni».

 

 

MACRON
Per il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, addirittura le Olimpiadi così disastrate sarebbero «fonte di speranza e unità per raggiungere l'equità vaccinale emettere fine alla pandemia». Il resto del mondo resta invece parecchio scettico, e cerca di tenersi il più possibile alla larga dal Sacro Arcipelago. Basti pensare che il presidente francese, Emmanuel Macron, sarà dopodomani a Tokyo e sarà l'unico leader del G7 a partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi. Ma c'è un motivo ben preciso: Macron è il di presidente del Paese ospitante della prossima edizione, prevista a Parigi nel 2024, e dalla conclusione di queste Olimpiadi partirà «il conto alla rovescia» per i Giochi francesi. L'unica cosa certa è che atterrerà in una Tokyo per nulla vogliosa di festeggiamenti. Il malcontento generale si sta convertendo in iniziative concrete: come la petizione lanciata da un gruppo di 14 fra accademici, scrittori e giornalisti (e firmata da 140mila) indirizzata al Governo metropolitano di Tokyo per cancellare i Giochi. Ipotesi finora solo sussurrata, ma di escludere colpi di scena ormai non se la sente più nessuno.

 

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