Euro 2020, "Mattarella non doveva andare a Wembley". Revelli, la bomba variante Delta su Draghi
Il presidente Sergio Mattarella "non doveva andare a Wembley", Parole e musica di Marco Revelli, ovviamente sul Fatto quotidiano. Il politologo con una passionaccia divisa a metà tra sinistra e Movimento 5 Stelle è uno dei pensatori di casa sul giornale diretto da Marco Travaglio. La tesi di fondo è: usare anche la Nazionale per colpire sotto la cintura il premier Mario Draghi, una ossessione per il direttore. E così la polemica su Euro 2020, tra Coronavirus negli stadi, assembramenti in strada a Roma e Bonucci "peggio di Genny la Carogna" (parola di Travaglio) tutto fa brodo.
"Bonucci prefetto e Chiellini ministro dell'Interno", è la provocazione di Revelli sui due centrali azzurri, che stando ai retroscena avrebbero guidato la rivolta dei giocatori per far sfilare il pullman scoperto per le strade di Roma, nonostante il no del prefetto Piantedosi, dietro minaccia di far saltare l'incontro istituzionale al Quirinale con Mattarella e Draghi. "È il segno di quel che purtroppo siamo, uno Stato che subisce, per dirla con un parolone, del vuoto di sovranità", ammonisce Revelli. "Al vincente di turno, o colui che appare tale, è concesso ciò che non si potrebbe. In gioco c'era la sanità pubblica. E si è visto com'è andata".
"E sì che Draghi aveva detto di togliere a Londra le partite europee" per il rischio di contagio da variante Delta, gli ricorda l'intervistatore Antonello Caporale. "Aveva fatto intendere di più: che giocare in uno stadio pieno di una città dove corre la variante Delta non gli pareva né un rischio calcolato né, come ama dire, ragionato - rincara Revelli -. E se la diciamo tutta dobbiamo aggiungere: dopo quel che ha detto il premier è stata opportuna la presenza del presidente della Repubblica a Wembley?". Domanda retorica e risposta implicita: ovviamente no. "Basta con la dittatura del pop - accusa l'intellettuale -. L'adorazione di ciò che è popolare, a prescindere, è il segno di una società ignorante e di una cultura approssimata". Gli italiani, conclude, sono "un popolo dal peso piuma. Infatti Bonucci per una mezz'oretta ha preso il potere. Lamorgese si è arresa, il governo si è appisolato, anche Draghi si è distratto".