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Euro 2020, negato il permesso al pullman della Nazionale: "Chi ha ceduto", qua saltano teste

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Si spinge fino a definirla una "trattativa Stato-Bonucci" il Fatto Quotidiano, quella andata in scena lunedì 12 luglio. La Nazionale di Roberto Mancini, il giorno dopo la vittoria agli Europei contro l'Inghilterra, ha sfilato per le strade di Roma su un pullman scoperto. Una scelta presa nonostante il ministro della Salute Roberto Speranza fosse restio per via degli assembramenti anti-Covid. Come lui anche il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese. Ma il pasticcio è stato fatto: il governo fin dalla primissima mattina ha confermato la notizia che gli eroi di Wembley e lo storico finalista sconfitto a Wimbledon, Matteo Berrettini, sarebbero andati al Quirinale e poi a Palazzo Chigi. Diffusi anche gli orari: alle 17 e alle 18,30.

 

 

Insomma, quanto è bastato per far riversare migliaia di tifosi per le strade. Esattamente quanto si sperava di evitare. "Il peggio - è stato lo sfogo di un ministro riportato sul quotidiano di Travaglio - era già avvenuto con i festeggiamenti di domenica sera in tutta Italia, il pullman scoperto era l'ultimo dei problemi". Ed ecco il patatrac: Leonardo Bonucci e compagni sono sì saliti sul pullman coperto da via IV Novembre e via del Corso fino a Palazzo Chigi, ma poi lì li attendeva un secondo pullman, portato di nascosto. "Abbiamo vinto la trattativa con lo Stato", sono state le parole di Bonucci ai giornalisti. 

 

 

Chi ha trattato non si sa, ma è certo che tutti tentano di scaricare le responsabilità. C'è chi racconta che a cedere è stato il prefetto Matteo Piantedosi, chi dice invece che l'ok alla Federcalcio l'ha dato la ministra Lamorgese. Insomma, chi sia stato non è dato sapersi. Ci sono addirittura voci dal Viminale che riferiscono che i due e il capo della polizia, Lamberto Giannini, si sono sentiti mille volte e hanno gestito tutto insieme. "Nessuno ha dato l'ok, abbiamo solo preso atto", si difendono però.

 

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