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Olimpiadi di Tokyo a porte chiuse: "Non avevamo scelta". La resa del Giappone al Covid

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Mentre in Gran Bretagna è stato trovato un accordo tra Boris Johnson e la Uefa per aprire Wembley a 60mila persone, nonostante l’imponente aumento dei contagi registrato nelle ultime settimane, a Tokyo il comitato olimpico internazionale ha deciso di chiudere tutto. Per salvaguardare lo svolgimento delle Olimpiadi è infatti stato deciso che tutti gli eventi sportivi si disputeranno senza la presenza del pubblico. 

 

 

La decisione è stata sofferta ma è stata resa necessaria dalla dichiarazione dello stato di emergenza per il coronavirus che sarà in vigore anche durante l’intero periodo dei Giochi olimpici. Il Giappone aveva già da tempo vietato l’ingresso al pubblico straniero, ma sperava di consentire presenze fino al 50% della capacità con spettatori nazionali, in modo da non avere gli spalti completamente vuoti. “Non avevamo scelta”, ha ammesso amaramente Seiko Hashimoto, capo dell’organizzazione locale. 

 

 

La decisione è stata ufficializzata proprio nel giorno in cui Thomas Bach, presidente del comitato olimpico, è sbarcato in Giappone. Le Olimpiadi si disputeranno quindi a porte chiude dal 23 luglio all’8 agosto: probabilmente le misure restrittive riguarderanno anche le tre prefetture circostanti, ovvero Chiba, Kanagawa e Saitama. 

 

 

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