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Euro 2020 e coronavirus, terremoto variante Delta: migliaia di inglesi a Roma, "quarantena impossibile". Contagio di massa?

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Una cosa è certa: questi Europei di calcio sono i più assurdi e contorti dell'intera storia del calcio. Non solo per il fatto che la competizione si chiami "Euro 2020", quando viene giocata nel 2021, e nemmeno per le implicazioni politiche che il torneo ha assunto, ma soprattutto per le modalità in cui la competizione si sta svolgendo. Gli Europei si svolgono infatti in 11 città europee e prevedono (in teoria) il rispetto delle norme anti-contagio presenti in ogni Stato. Ancora in discussione la sede della Finale europea, anche se Wembley sembra essere l'ipotesi più accreditata. Il boom di contagi in Inghilterra non ha alzato numero di ricoveri in terapia intensiva o decessi, grazie all'estesa immunizzazione garantita dalla campagna vaccinale di successo messa in campo dal governo britannico. 

 

 

Ora però, con il passaggio ai quarti di finale dell'Inghilterra, entra in gioco anche l'Italia che, di vaccinazioni, non ne ha fatte tante quanto gli inglesi. La Nazionale guidata da Southgate affronterà sabato 3 luglio 2021 l'Ucraina a Roma. Il problema? La quarantena di cinque giorni imposta il 18 giugno scorso dal governo italiano per i viaggiatori provenienti dalla Gran Bretagna, rende impossibile per i tifosi inglesi presenziare allo stadio. Difficile che Londra possa chiedere un'eccezione e altrettanto difficile che le autorità italiane decidano di chiudere un occhio. Anzi, verranno intensificati i controlli per intercettare gli inglesi che proveranno a eludere la normativa anti-Covid vigente nel Belpaese. 

 

 

Sulla questione della finale è anche già tornata l'Unione europea: "L'Uefa deve analizzare molto attentamente la situazione delle semifinali e della finale degli Europei a Wembley", ha detto martedì il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas: "L'idea di uno stadio pieno in un momento in cui siamo così preoccupati per la presenza della variante Delta dà il messaggio che serve una valutazione attenta". "Ho visto che Angela Merkel e Mario Draghi condividono le medesime preoccupazioni", ha concluso Schinas. Dopo il successo della gestione della pandemia, Boris Johnson non sembra tuttavia intenzionato a farsi togliere anche la soddisfazione di disputare la finalissima più ambita d'Europa: "La Gran Bretagna è ansiosa di organizzare delle fantastiche semifinali e finale a Wembley e lo farà in modo sicuro", ha rassicurato il primo ministro inglese. 

 

 

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