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Roland Garros, Novak Djokovic perde la testa con Matteo Berrettini: sputi e calci. "Meriterebbe una penalizzazione"
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Era parecchio teso Novak Djokovic nel match valido per i quarti di finale del Roland Garros contro Matteo Berrettini. In seguito a un punto messo a segno dal tennista italiano, Djokovic si è reso protagonista di uno sputo di frustrazione. Un bruttissimo gesto, ancor più grave se commesso da un campione indiscusso e navigato dal calibro del serbo. Episodio che è stato interamente ripreso dalle telecamere e che ha subito suscitato l'indignazione di molti, tra cui quella dei telecronisti Sky: "Sono cose che non si fanno, meriterebbe una penalizzazione" si sente commentare in diretta.
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Dopo un gran punto ottenuto da Berrettini nel primo set, Djokovic ha infatti sputato a terra, arrabbiato per non essere riuscito a sfruttare l'opportunità di chiudere il game. Il serbo stava conducendo il gioco 40-30, mentre il risultato momentaneo del match sul tabellone segnava 3-1 in favore del numero uno ATP. Berrettini è riuscito a neutralizzare una palla corta di Djokovic, spendendo la pallina sulla linea di fondocampo. Una giocata che ha fatto imbestialire Novak Djokovic, che ha sputato proprio nella direzione in cui l'avversario aveva appena centrato un punto fondamentale.
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Lo sputo è stato seguito da una serie di comportamenti irrispettosi nei confronti dell'avversario. Dopo aver simulato il lancio della racchetta verso gli spalti, Djokovic ha iniziato a sbraitare, concludendo la "scenata" con una serie di calci sferrati al tabellone. Nessuno di questi comportamenti è stato ritenuto rilevante dall'arbitro, che non ha sanzionato le infantili gesta del tennista serbo. In seguito a una sofferta vittoria, Djokovic si è lasciato andare a un grido di vittoria prolungato in direzione del suo angolo, contornata da una espressione sollevata. Tutto questo, prima del saluto all'avversario Berrettini, al quale Djokovic ha dedicato applausi all'uscita del campo. Se il tributo a Berrettini fosse avvenuto anche in caso di sconfitta resta un dubbio. Certo è, che i comportamenti precedenti lasciano intendere ben altro.
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