MotoGp, Marc Marquez e il suo calvario segreto: "Preghiere per riavere il mio braccio"
Per una decade Marc Marquez ha dominato le gare. Basta elencare i titoli accumulati dal centauro: 8 mondiali e 82 gp portati a casa, 134 podi e 90 pole. Poi sono arrivati gli infortuni: la frattura all'omero destro, l'operazione e il rientro in pista solo dopo un paio di giorni. "All'inizio, tutto il male che ho provato mi aiutava a non pensare. Ma desso è pensare, che mi fa male" ha confidato lo spagnolo in una intervista rilasciata a La Repubblica. Non c'era tempo da perdere e Marquez voleva continuare a vincere: "Le gare sono tante, il corpo è uno solo: allora non lo sapevo".
Per ben tre volte i chirurghi hanno cercato di "riparare" il motociclista. L'ultimo intervento è durato oltre 11 ore: "Ho pregato lassù, in cielo, per riavere l'uso del braccio". Poi il rientro ad aprile in Portogallo che è valso un 7° posto e un 9°. "Il dolore non se ne va: prima il gomito, poi la spalla". Due cadute consecutive, a Le Mans e al Mugello dove era appena morto il giovanissimo Dupasquier. "Nel minuto di silenzio ho cancellato la realtà: se avessi riflettuto lucidamente su quello che era appena successo, non avrei corso" ha commentato Marquez.
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Lo spagnolo è un osso duro e non ci pensa nemmeno a mollare: "So di potercela fare. Però in questo momento la mente va dove il corpo non riesce ad arrivare. Ho recuperato l'uso del braccio destro. Credetemi, non era scontato: non sto parlando di andare in moto, mi riferisco alla vita normale. Mangiare, farsi la barba, giocare coi miei cani. Non ho pensato ad altro, in tutto questo tempo: il mio braccio". Il 28enne però ha tratto una lezione importante: "Ho imparato diverse cose - dice - Le lesioni non sono tutte uguali. Quando ti succede una cosa come questa, è meglio ascoltare tre opinioni diverse prima di tornare in moto... Ci sono tante gare ma un solo corpo. Se il corpo cede, non ci saranno più gare".
Quanto dovremmo aspettare prima di rivedere il Marc Marquez che conosciamo? "Quando recuperi devi aspettarti gli imprevisti. Speravo fosse tutto più rapido: invece ho cominciato ad avere grandi dolori al gomito, poi alla spalla. È normale, mi hanno detto i medici: l'omero è collegato al gomito, e alla spalla. Ci vuole tempo, ripetono. Devo essere paziente". "Io so bene da dove vengo, quali sono i miei limiti attuali, dove voglio arrivare. Ma ho un tremendo bisogno di staccare, di ritornare a una vita normale. Sono stati 10 mesi di montagne russe: euforia, tristezza. Non sapevo se sarei davvero tornato, in Portogallo piangevo. Ho bisogno di distrarmi" commenta lo spagnolo.
Il classe 93' torna poi sulla triste scomparsa del 19enne Jason Dupasquier: "Una tragedia che ci ha ricordato i rischi che corriamo salendo in moto. Ho cercato di non pensare a nulla, nel minuto di silenzio: se lo avessi fatto - lucidamente - me ne sarei andato. Gli organizzatori hanno deciso di andare avanti: ma chiunque poteva decidere di fermarsi, e la sua squadra non lo avrebbe rimproverato". Marquez racconta poi di aver cercato aiuto tramite la preghiera: "In questo ultimo anno non ho mai pregato un santo particolare, però ho chiesto tante volte al cielo di aiutarmi a guarire, a tornare come prima: spero che lassù qualcuno mi ascolti" conclude il pilota della Honda.
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