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Moise Kean sedotto e abbandonato: troppo bravo per l'Under21, ma fuori dalla nazionale maggiore

Claudio Savelli
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Moise Kean, l'eccellente escluso dal ct Mancini, sarebbe stato il più giovane azzurro della spedizione europea. Con i suoi 21 anni, avrebbe potuto giocare anche per l'Under 21 di Nicolato, impegnata nella competizione omologa. Invece non è stato selezionato né per l'una né per l'altra. Non è stata una coincidenza né un problema logistico, se è vero che Raspadori, più giovane di soli 10 giorni, è invece rientrato nelle convocazioni di entrambi i ct (a sorpresa, Mancio l'ha richiamato per tenerlo come jolly). È semmai la conseguenza di un atteggiamento più da vacanza che da ritiro durante il soggiorno dell'Italia in Sardegna. Il ct non ha di certo peccato di impazienza, ha tenuto Kean con sé fino all'amichevole con San Marino perché era convinto di portarlo all'Europeo.

 

 

La prestazione è stata la misera raccolta di una pessima semina, e la contemporanea prova convincente di Bernardeschi come falso nove ha fatto il resto: fuori il terzo attaccante di ruolo, anche perché Mancini ha intravisto un doppione di Immobile e una doppia forzatura avrebbe comportato un rischio smisurato rispetto al beneficio, dentro un esterno offensivo in più (Politano). A quel punto era troppo tardi per dirottare Kean con la selezione minore, detto che il giocatore non avrebbe accettato di buon grado la "retrocessione": se l'impegno non era esemplare con i grandi, figurarsi con i pari età.

 

 

L'esclusione di Kean conferma l'approccio ambivalente del Mancio: l'Italia è una nazionale a cui tutti possono accedere ma nessuno è sicuro del posto. Di più: chi si mette in mostra nei club è accolto a braccia aperte ma una volta entrato deve essere adatto ai princìpi di gioco. In altre parole, l'Italia è una "selezione" nel momento delle convocazioni e si trasforma in un club durante le settimane di allenamento. Raspadori è l'emblema del metodo: è stato addirittura richiamato l'indomani dell'uscita ai quarti dell'Europeo dell'Under 21 (anche Emerson e Jorginho hanno raggiunto il gruppo azzurro, dopo aver battuto Il Manchester City e aver alzato la Champions League con il Chelsea: loro, invece, porteranno una fresca esperienza internazionale) come jolly dell'ultimo minuto. Fino al 10 giugno, vigilia di Italia-Turchia, sarà infatti possibile sostituire eventuali infortunati, e il ct vuole tenersi un asso nella manica in senso letterale, un giocatore a sorpresa, "alla Schillaci", capace di sabotare la trama con la sana incoscienza e l'entusiasmo tipici del debuttante, quale Kean non era più.

 

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