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Jean Todt, ipotesi estrema: "O così o la Formula 1 rischia di sparire". Ferrari e non solo: una rivoluzione sconcertante

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A fine anno scade il mandato di Jean Todt come presidente della Fia e non potrà più essere rieletto. Dal 2009 la sua rivoluzione è stata incentrata su sicurezza e ambiente. "Per escludere il rischio serve una visione del futuro. Nel 2014 i motori ibridi non piacevano, ora nessuno si sognerebbe di ritornare ai vecchi. Le prossime frontiere delle corse sono benzina pulita ed elettrificazione, idrogeno. L'attenzione al cambiamento climatico cresce, per fortuna, ne ho parlato con la vostra ministra dello sport, Valentina Vezzali?". Todt tiene molto alla benzina pulita: "Nel gruppo sui nuovi motori 2025 sono coinvolti i capi dei costruttori auto, da De Meo a Elkann, e i vertici tecnici delle compagnie energetiche: è un team enorme. È importante anticipare i problemi, avere una visione". Non si sbilancia su cosa frà dopo: "Gli impegni non mi mancano: sicurezza stradale per l'Onu, presidente della fondazione di Aung San Suu Kyi, e poi International Peace Institute. Sono nei consigli di banche, cinema, alberghi. E sono fiero di aver creato l'Istituto di ricerca su cervello e midollo spinale al quale contribuì Michael Schumacher. Vedo Michael almeno due volte al mese. Non lo lascio solo. Lui, Corinna, la famiglia: abbiamo fatto tante esperienze insieme. La bellezza di ciò che abbiamo vissuto fa parte di noi e va avanti", rivela.

 

 

 

 

Non manca un pensiero sul figlio Mick in F1: "Umile ed educato. Per ora le sue ambizioni sono limitate da una macchina non competitiva". Ovviamente si parla di Ferrari e di Charles Leclerc: "Con la Ferrari competitiva ha dimostrato di saper vincere. Il nostro sport ha bisogno di una Ferrari forte, i passi avanti sembrano interessanti", ma nessuna paragone con la sua Ferrari. "Sono epoche e aziende diverse. Sono arrivato nel luglio 1993 e la situazione a Maranello era drammatica. La macchina, progettata in Inghilterra, si rompeva, la galleria del vento dovevamo affittarla. Gli uffici di disegno erano vuoti. L'unica cosa buona era il cibo. Dopo quattro anni i miglioramenti. Ma era un'altra F1, sa che cosa mi sorprende oggi di più? L'affidabilità. Viviamo un periodo rivoluzionario della mobilità e delle corse", svela Todt.

 

 

 

 

Intervistato dal Corriere delle Sera parla anche del lungo dominio delle Mercedes. "I domini esistono anche nel calcio o nel tennis: la Mercedes vince per merito. Gli altri dovevano attrezzarsi per batterla. Per fortuna c'è il duello con Verstappen, ma la F1, e l'automobilismo, hanno bisogno di una Ferrari forte. Penso che ci siano voglia e capacità per farlo. A livello di piloti sono a posto, Leclerc e Sainz, fra i migliori. Manca un insieme: macchina, motore, telaio, aerodinamica. Devi avere tutto al livello più alto. Qualche millesimo di secondo può decidere. Ammiro questo dominio della Mercedes, anche se non piace e vorrei più competizione: ma da otto anni la squadra e Hamilton sono sempre sul pezzo. Avrebbero potuto rilassarsi e invece non è successo. La loro motivazione e la loro fame sono totali", conclude Todt.

 

 

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