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Serie A in mutande, cercasi soldi disperatamente: non solo Inter, chi rischia l'iscrizione

Claudio Savelli
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Il calcio italiano si sta domandando come potrà sopravvivere alla crisi post-pandemia. La domanda di chi osserva, invece, è la seguente: perché lo sta facendo soltanto ora? Da mesi proprietari e dirigenti dei club lanciano segnali di allarme sull'insostenibilità economica del pallone, da tempo il calcio sembra essersi accorto di essere al verde ma, come spesso accade, nessuno si è mosso nel concreto e soprattutto nessuno ha ragionato "di sistema". Almeno fino a ieri, quando il Consiglio Federale si è radunato attorno ad un tavolo con un ordine del giorno fuori dall'ordinario: metodi per sopravvivere. 

 

L'amministratore delegato dell'area tecnica dell'Inter, Beppe Marotta, 64 anni, e il presidente Steven Zhang, 29 (Getty) Meglio tardi che mai. L'obiettivo a breve termine è infatti il rinvio dei pagamenti degli stipendi per fronteggiare alla crisi di liquidità, ma alcuni club sono già in regola. Dunque, agli occhi dell'Assocalciatori, la richiesta è unanime solo in apparenza, la Lega non costituisce un fronte comune credibile: perché tutti chiedono di spalmare fino a dicembre il pagamento degli ultimi quattro stipendi della stagione se la metà di loro ha già versato i primi due (marzo e aprile) e qualcuno anche il terzo (maggio)? Così il Consiglio della Figc ha trovato un compromesso sul mese decisivo, quello di marzo, da saldare entro la fine di maggio, che obbligava quindi i club in difficoltà a reperire liquidi nelle prossime due settimane: per pagare marzo ora c'è tempo fino al 30 giugno. 

COMPROMESSI
Non oltre. Così il presidente Gravina protegge il regolamento per l'iscrizione al campionato su cui ultimamente ha fatto leva in risposta alla vicenda-Superlega, secondo il quale a fine giugno tutti i club devono essere in regola con gli impegni economici, pena l'impossibilità di iscriversi alla serie A successiva. Avesse accettato di spalmare i pagamenti fino a dicembre, si sarebbe segnato un autogol, anche nei recenti consensi che l'hanno portato all'elezione nel consiglio della Uefa. In termini pratici, i club che ancora non hanno saldato gli stipendi di marzo, hanno tempo fino a giugno per trovare i soldi. 

In quel momento, poi, contano di averne abbastanza anche per le mensilità di aprile e maggio, quelle che restano da saldare entro la fatale data, e risolvere in un sol colpo la questione. Tutti rischiano, anche chi ha già pagato il mese di marzo, anche se merita attenzione la posizione di Inter, Sampdoria, Genoa, Cagliari, Benevento (e Crotone, già in B) visto che sono i firmatari della richiesta di deroga fino a dicembre, respinta dal Consiglio. L'Inter è naturalmente quella più esposta ai riflettori, ma Zhang è sereno: il finanziamento dai fondi americani è in arrivo e coprirà tutte le mensilità, il nodo era ottenere un mese di tempo in più per evitare la corsa controil tempo nelle prossime due settimane.

 

MONTE INGAGGI
L’obiettivo a medio termine dei club, ovvero come ridurre i debiti e limitarela spesa, è stato solo sfiorato. È stato prima istituito un tavolo tecnico dedicato alle leghe professionistiche, che si è dato appuntamentoa venerdì. Poi è stato approvato il principio di una nuova norma per tenere sotto controllo il mercato: la prossima campagna trasferimenti di un club di A o di B verrà bloccata se questi «supererà il costo complessivo del monte contrattuale della stagione sportiva 2021/22». Tradotto: il monte ingaggi non può aumentare rispetto all’annoprecedente,ameno di presentare una garanzia fideiussoria. Insomma, la Federazione con unamano aiutai club - consapevole chele sanzioni o, peggio,lemancate iscrizioni sarebbero un danno per tutto il movimento - e con l’altra li tiene al guinzaglio.

 

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