Europa League, la Roma all'Olimpico piega il Manchester United per 3-2
Non bastano volontà e cuore, tenacia e coraggio. Ma servono ad uscire dal campo con orgoglio e dignità e una grossa dose di rimpianti. La Roma all'Olimpico piega il Manchester United per 3-2 e si congeda dall'Europa League al penultimo ostacolo con amarezza e rabbia ripensando a quel secondo tempo 'autolesionista' offerto all'Old Trafford che ha di fatto segnato il match di ritorno. Troppo astuti e per alcuni tratti anche fortunati i Red Devils per ribaltare l'impossibile dopo il 6-2 dell'andata. Eppure, dopo aver gettato ad inizio gara occasioni che avrebbero indirizzato subito il match verso i canali del miracolo, nella ripresa la Roma con una reazione tutta di carattere arricchita da tre reti, si è riscattata con onore, riuscendo anche per alcuni minuti a riaccendere una luce di speranza, seppur effimera. De Gea è stato autore di straordinarie quanto fortunose parate, una addirittura con il tacco con il pallone che ha danzato sulla porta, al resto dici ha pensato un atteggiamento a tratti troppo lezioso e passivo degli inglesi (soprattuto dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio) che hanno dato maggiore linfa ai giallorossi, animati da uno spirito di rivalsa che alla fine è stato premiato. Nel silenzio dell'Olimpico, con la diriegenza Friedkin in tribuna, aleggiava l'ombra lunga di Josè Mourinho, il nuovo 'imperatore giallorosso' che prenderà in mano la squadra a partire dalla prossima stagione. Ha preferito guardare il match a casa e lasciare le ultime scene al tecnico Fonseca che mai come in questa gara ha incitato e scosso i suoi provando comunque a fare risultato e uscire dal campo a testa alta dopo la mortificante esibizione di una settimana fa che ha segnato il suo destino. Ancora una volta la gara dei giallorossi è stata condizionata dall'ennesimo infortunio muscolare della sua truppa (stavolta ad uscire è stato Smalling che h ceduto il posto al giovane della Primavera Darboe) ma non si è fatta intimorire troppo cercando comunque di provare a vincere fino all'ultimo minuto, obiettivo centrato che rende comunque pieno merito al lavoro del tecnico defenestrato.
Fonseca, che deve fare a meno anche di Diawara, torna alla difesa a quattro per l'emergenza a centrocampo, con Mancini che avanza in mediana vicino a Cristante. Niente coppia Dzeko-Mayoral dal primo minuto. Mkhitaryan, Pedro e Pellegrini sulla trequarti alle spalle del bosniaco. Solskjaer conferma Cavani centravanti coadiuvato sulla trequarti da Greenwood, Bruno Fernandes e Pogba. A centrocampo van de Beek e Fred mentre in difesa Bailly e Maguire come centrali e Wan-Bissaka e Shaw sulle corsie laterali. Buon inizio della Roma con gli esterni d'attacco che stringono bene a centrocampo e consentono di poter costruire un paio di occasioni in avvio: prima con una conclusione sottoporta di Mancini e un colpo di testa di Mkhitaryan che non centra la porta mandando il pallone sull'esterno e poi con Pellegrini, che sfrutta una sponda di Pedro e calcia di potenza oltre la traversa. Resta comunque una squadra positiva nell'atteggiamento (atra chance con Pedro con un tocco a giro) e nello spirito, anche se conferma le sue intermittenze. Al 19' la mancata lettura difensiva dei centrali giallorossi permette a Cavani di concludere a rete con un pallonetto che colpisce la parte alta della traversa finendo sul fondo. La difesa a quattro patisce le poche ma velenose incursioni degli inglesi. La Roma gioca con buona applicazione ma gli inglesi sono comunque in controllo. Poco prima dell'mezz'ora l'ennesimo infortunio muscolare obbliga la Roma ad un cambio: Smalling si ferma e lascia spazio al giovane Darboe che si piazza a centrocampo, con Mancini che arretra. La squadra di Fonseca non smette di insistere, prova a sfruttare le disattenzioni del Manchester che però non vengono sfruttate con una rete che almeno nel primo tempo avrebbe dato più vivacità ad match dall'epilogo già scritto. ZA fare centro è invece sul finire della prima frazione il manchster con cavani che sfrutta un contropiede con Fred e in capo aperto pentrea in area di rigore e supera Mirante con una conclusione potente e vicina. Roma si sgonfia, non riesce a restare compatta mentre i Red Devils inizianmo a fare Accademia.
Nella ripresa la Roma va a caccia del pareggio e subito si crea due azioni pericolose con Cristante che prova il lancio in profondità per Dzeko e con Bruno Peres che su una verticalizzazione con Mkhitaryan non riesce a raggiungere la palla che termina la sua corsa sul fondo. L'arbitro nega un penalty ai giallorossi per un fallo di mano di Maguire in area che il direttore di gara valuta involontario. Ma la costanza della Roma viene ripagata al 55': Pedro colpisce male un pallone al volo in area, il pallone diventa un assist per Dzeko che di testa la mette dentro. Tre minuti dopo la Roma si porta in vantaggio con Cristante, servito in area da Pellegrini, e rischia di firmare anche il terzo gol un minuto dopo: Dzeko servito da Karsdorp, colpisce di testa sul primo palo trovando l'opposizione di De Gea. Sulla respinta corta si avventa Pedro che che non riesce a fare centro perchè il pallone caramabola sul tacco del portiere dello United, danza vicino al alla linea di porta senza entrare. Sfumata l'occasione, i Red Devils mettono il risultato al sicuro ancora con Cavani. Ma l'orgoglio della Roma non è concluso: Zalewski entrato al posto di Pedro, da debuttante fa centro per il meritato 3-2. Una vittoria mai così gonfia di rimpianti.