Charles Leclerc, la confessione: "Fernando Alonso, il mio maestro involontario". Quel legame con l'asturiano
Modi educati, sorrisi e faccia da bravo ragazzo, difficile pensare che il ferrarista Charles Leclerc abbia un lato oscuro: "È un lato del mio carattere che ho cercato di correggere con un grande lavoro mentale. Purtroppo a casa non riesco ad adottare le tecniche di autocontrollo che uso in pista". Fa differenza, su questo punto, tra quando corre e la sua vita privata: "Quando gioco alla playstation con i miei fratelli o gli amici, per esempio, la pazienza ce l'ho ancora meno". Si parla dell'inizio della stagione della Ferrari in Formula 1: "Credo di aver fatto un buon lavoro, veloce in qualifica e quarto in gara. Domenica 2 maggio si corre in Portogallo e credo che andremo come a Imola. Sarà una sfida molto serrata con AlphaTauri e McLaren", spiega il ferrarista in una intervista alla Stampa.
Il pilota è fiducioso nella Ferrari: "Credo nel progetto perché so come stiamo lavorando e conosco dall'interno il nostro potenziale. Dopo il passo indietro del 2020 abbiamo messo tutte le cose insieme per tornare competitivi. Il progetto tecnico si aggiunge alla storia e all'onore di correre in questa scuderia. Voglio riportare la Ferrari alla vittoria". Il francese che ritiene favorito anche per quest'anno Hamilton, davanti a Verstappen, ricorda i suoi inizi: "Sono grato in particolare ad Alonso: nel 2018, lottavamo nelle stesse posizioni. Guardavo come guidava e come reagiva alle mie manovre. E imparavo. Così gli ho rubato un po' di segreti". Obiettivo personale per quest'anno?"Terzo posto tra i costruttori e sfida con Lando Norris. Ci sarà anche Carlos Sainz a dare una mano, perché è velocissimo. Il futuro è nostro", annuncia fiducioso.
"Mi prenderò tutto il tempo che ci vuole". Ferrari, le confessioni di Charles Leclerc a Leo Turrini
Sul collega di squadra, lo spagnolo Sainz, Leclerc ha le idee chiare: "Io ho due modalità: con il casco e senza casco. Quando abbasso la visiera l'amicizia diminuisce, ma quando scendo dalla macchina cerco di lasciarmi il lavoro alle spalle. Mi sembra che anche Carlos sia fatto così. Ha una velocità impressionante. Andrà sempre più forte man mano che prenderà confidenza con la macchina. Dal punto di vista personale, abbiamo gli stessi interessi e ridiamo delle stesse cose, dunque è molto divertente averlo con me nel team. C'è un momento in cui dobbiamo essere seri, però poi riusciamo a parlare anche di altre cose oltre al Motorsport". Racconta di una sfida in cucina: "Ne abbiamo parlato e lo faremo. Io ho proposto insalata verde, pasta in bianco e pollo. Lui è stato più tecnico". Torna a cercare nella sa memoria e svela qual è il primo ricordo che ha della Formula 1: "Avevo 4 o 5 anni, quindi 2001 o 2002. Ero da un amico che viveva in un appartamento affacciato sul circuito. Guardavamo il Gran premio e intanto giocavamo in terrazzo con macchinine e trattori, non so che c'entrassero i trattori. Questa immagine mi è rimasta in testa, come fosse ieri. Ero sicuro che un giorno ci sarei stato io in pista". La paura esiste sempre: "Io ho quella dei serpenti. E degli aerei: è una cosa strana, visto che li prendo tutto l'anno, però non mi sento mai a mio agio, soprattutto durante le turbolenze", conclude.