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Inter, quelle sponsorizzazioni dubbie provenienti dalla Cina

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La contorta settimana della bolla della Superlega ha messo in luce la situazione economica difficoltosa dei più grandi Club europei. Un'analisi di un banker di Londra che ha fatto da advisor a una cordata di potenziali acquirenti dell'Inter, ha messo luce sui ricavi della società del gruppo Suning nelle stagioni 2016-17, 2017-18 e 2018-19, mettendone in dubbio la veridicità. Secondo un Report pubblicato da Affaritaliani.it, la nuova proprietà di Suning sarebbe stata in grado di generare un flusso di entrate "da sponsor regionali" (esclusivamente cinesi), per la cifra di circa 300 milioni di euro, ovvero il 27% dei ricavi totali nerazzurri.

Di questi 300 milioni, 131,4 provengono da un contratto infragruppo Suning e 165,6 milioni da presunti "parti terze". Cifre definite "di natura dubbia" dall'advisor che ha curato il Report. L'ipotesi è che queste operazioni siano state eseguite con lo scopo di aggirare il fair play finanziario posto dall'Uefa. La condizione di equilibrio dei conti è infatti indispensabile per poter scendere in campo. Nel 2015, Inter e Roma erano state sanzionate dall'Uefa per il mancato rispetto dei parametri economico-finanziari. Presto era seguito il settlement agreement che prevedeva un rientro nei parametri delle due società entro il 2019. Quando Suning preleva l'Inter nel 2016, occorre quindi aumentare i ricavi, visto che i conti nerazzurri erano stati sottoposti alla sorveglianza da parte dell'Uefa.

 

 

Suning non taglia le spese: ingaggi e stipendi rimangono stratosferici, anzi aumentano. Da 124 milioni nel 2016, i costi tra squadra e staff aumentano a 192 milioni nel 2019. Anche il resto dei costi operativi sale da 211 milioni nel 2016 a oltre 310 milioni nel 2019. Suning deve però trovare nuove fonti di ricavo. Ed ecco entrare in gioco i contratti da sponsor e le attività commerciali, i famosi contratti di "sponsorship regionale", esclusivamente cinesi. 87 milioni di euro nel 2017 e altri 100 milioni negli anni successivi. 

Con le sponsorizzazioni provenienti dalla Cina, nel triennio 2017-19, il Club è riuscito a ricavare 297 milioni di euro, aumentando i ricavi core del 46% (297 milioni su 651,5 milioni). Cosa c'è di anomalo? Innanzitutto, le società che hanno sponsorizzato l'Inter hanno poco a che fare con il mondo del calcio: 10 milioni all'anno da FullShare Holding, gruppo attivo nel settore alberghiero e del turismo nel Sud est asiatico. Poi il contratto con Donkey Mother, un'agenzia di viaggi online. Infine, una società cinese di cui non è specificato il nome e che assicura 25 milioni all'anno per pubbliccizare l'Inter, oltre ad una fee d'ingresso di 10 milioni. 

 

 

Ancora più strano, è come le sponsorizzazioni spuntino fuori dal nulla nel momento del bisogno e poi spariscano all'improvviso tutti insieme nel giugno del 2019. Ovvero, quando l'Inter aveva alzato il livello delle proprie prestazioni in campo, grazie agli acquisti di alcuni pezzi da novanta. L'advisor fa notare che i contratti sono in grado di fruttare flussi di pagamento superiori al valore nominale siglato grazie a un sistema di bonus aggiuntivi che si sono concretizzati durante l'esecuzione degli stessi. Dalle società cinesi arrivano giusto quei 100 milioni annui necessario per contenere il forte aumento dei costi. Una volta esaurito il loro compito, le società cinesi vengono rispedite a casa, senza alcuna opposizione da parte loro. E questo, nonostante i contratti prevedessero un'alta commissione d'ingresso. Sembrano più che semplici coincidenze della dea bendata. 

 

 

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