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Superlega, Florentino Perez tuona: "Il progetto non è ancora morto, Milan e Juventus sono dentro". L'accordo che vincola i club

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Dopo un valzer di dichiarazioni contrastanti, anche Andrea Agnelli sembra essersi rassegnato: "La Superlega così non si può fare", aveva detto il presidente bianconero ai microfoni dell'agenzia d'informazione britannica Reuters. Di opinione diversa è invece il co-ideatore del progetto, Florentino Perez. "La Superlega non è morta. Dicono che la Juventus se n'è andata, e non è così. Dicono che il Milan se n'è andato, e non è così. Anche gli inglesi sono ancora dentro, come il Barca. Siamo ancora tutti dentro perché per uscire bisogna pagare una penalizzazione" ha commentato il presidente del Real Madrid. 

 

 

Florentino Perez è un osso duro e non sembra voler mollare la presa. Nella notte, Perez ha sparato a zero anche sui grandi oppositore della competizione secessionista, Uefa e Fifa: "Ci hanno voluto uccidere, come se avessimo tirato una bomba atomica. In vita mia non avevo mai visto tanta aggressività. Aggressività di gente che non vuole perdere i propri privilegi". In un intervento a El Larguero della Cadena Ser, il presidente dei blancos ha commentato anche il passo indietro dei Club inglesi: "Tra noi 12 c’è sempre stata una società inglese meno convinta degli altri, e che ha contagiato negativamente il gruppo. Tra le altre società inglesi ci sono diverse persone in là con gli anni, si sono spaventati. Ci sono tanti americani che hanno club in Nfl, in Nba, hanno altri interessi, non si aspettavano questa aggressività, si sono preoccupati" prosegue Florentino Perez.

 

 

"Avevamo un accordo vincolante ma abbiamo preferito farci da parte” dice riguardo al dietrofront del Manchester City. Il madrileno svela anche un retroscena legale sulla Superlega: "Non possiamo intraprendere azioni legali però si, tra noi c’è un accordo vincolante. Il nostro non è un campionato chiuso, può entrare chiunque; non vogliamo uccidere i campionati; i giovani non guardano più il calcio, vogliono vedere un Nadal-Federer tutte le settimane; il calcio è asfissiato dalla crisi, non arriveremo al 2024 se non troviamo più soldi" e conclude "Abbiamo deciso di prenderci una pausa per cercare di spiegare un progetto al quale abbiamo lavorato per tre anni. E che forse abbiamo illustrato male. Ma non ce ne hanno dato il tempo, ci hanno attaccato con un’aggressività incredibile".

 

 

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