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Superlega, "John Elkann voleva far fuori Andrea Agnelli". Dago-bomba sulla Juventus: faida familiare, trappola perfetta

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Ci sarebbe John Elkann dietro il disastro di Andrea Agnelli con la Superlega. O meglio, il cugino nulla avrebbe fatto per evitare che il presidente della Juventus si andasse a schiantare contro la Uefa e tre quarti del mondo del pallone. L'idea non sarebbe farina del sacco di Agnelli, ma dell'advisor Borja Prado, grande amico del patron del Real Madrid Florentino Perez. Facendo leva sui conti drammaticamente in rosso dei blancos ("Esposizione in rosso per 900 milioni", ricorda Dagospia), Prado avrebbe convinto Perez a sposare il progetto Superlega promettendogli una pioggia di euro.

 

 

 

A quel punto i due hanno prima contattato JP Morgan, la potentissima banca d'affari americana, per avere le spalle coperte dal punto di vista finanziario, quindi lo stesso Agnelli, presidente dell'Eca alle prese con conti altrettanto scricchiolanti. Sarebbe poi stato Agnelli a coinvolgere prima il presidente del Milan Scaroni poi Beppe Marotta, per conto dell'Inter. "Solo a dicembre 2020, Agnelli ha condiviso le sue intenzioni con il cugino dante-causa John Elkann", spiega Dago. E qui la bomba al veleno.

 

 

 

"Il presidente di Stellantis e grande finanziatore della Juventus ha dato il suo via libera all'adesione alla Superlega" consapevole che si sarebbe trattato di uno scenario win-win, "Se l'operazione fosse andata in porto, la Juventus avrebbe beneficiato di maggiori introiti. In caso di fallimento, il detestato cugino - come poi è avvenuto - sarebbe andato incontro a una pubblica spernacchiata, con danno d'immagine quasi irreversibile". La scusa perfetta, chiosa il sito di gossip politico fondato e diretto da Roberto D'Agostino, per cambiare faccia alla dirigenza bianconera. Elkann vorrebbe presidente l'altro cugino Alessandro Nasi, liberandosi di Andrea (magari,m "promuovendolo"), di Nedved e di Paratici. Ma dare brutalmente il benservito ad Agnelli "con una prova di forza significherebbe spaccare la famiglia. Meglio trovare una onorevole via d'uscita",

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