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Superlega, Mario Sconcerti: "Andrea Agnelli, il più odiato d'Europa. Cosa ne pensa John Elkann?". Verso il disastro economico?

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Il no secco dei tifosi di calcio più tradizionalisti alla Superlega è anche  il no di Mario Sconcerti, editorialista-principe del Corriere della Sera. Lo strappo con la Uefa vede la Juventus, insieme a Milan e Inter, capofila delle 12 big europee intenzionate a creare un proprio maxi-torneo a presenza fissa, senza qualificazione, e con 5 inviti a stagione. Un progetto che dovrebbe scaricare sulle regine del calcio europeo (oltre alle italiane ci sono Real e Atletico Madrid, Barcellona, Liverpool, Chelsea, Arsenal, Tottenham e i due club di Manchester) una vagonata di miliardi di euro, ma anche l'aperta ostilità dell'Uefa che ha già minacciato l'esclusione da ogni manifestazione internazionale per le squadre (ma di fatto la Superleague equivale già a un addio a Champions ed Europa League) e per i loro giocatori (niente più convocazioni in Nazionale), così come quella delle singole Leghe nazionali, i cui campionati di fatto rischiano di venire svuotati di senso. 

 

 

 

 

La mossa, scrive Sconcerti, "ha fatto diventare Andrea Agnelli uno dei personaggi meno popolari del calcio europeo. Agnelli ha il diritto di fare quello che vuole per cercare di incassare sempre più soldi e portare più avanti la sua azienda, ma deve fare attenzione a qualche particolare che per adesso nel calcio è rimasto silenzioso". Vale a dire il tifoso, considerato ormai "un cliente dei club e un consumatore di prodotti sul mercato".

 

 

 

 

Il rischio per Agnelli è legato alle sue imprese extra-calcio, perché rispetto a Perez e Zhang, ad esempio, ha interessi diretti nei mercati europei dell'automotive e, insinua Sconcerti, il tifoso-medio che non guarda di buon occhio al mega-campionato dei ricchi potrebbe fargliela pagare semplicemente non comprando più le auto del gruppo Stellantis. Insomma, suggerisce l'editorialista, "avere milioni di persone contro in ogni parte d'Europa, non è un'operazione di marketing consigliabile. Non solo per la Juve, soprattutto per Fca. È lei che vende. Il calcio è sentimento, colpito alle spalle diventa rancore. È un affare?". "Sarebbe interessante - aggiunge sibillino - conoscere il parere di John Elkann, sulle cui spalle cadrebbero le conseguenze industriali". Poi, con una punta di veleno: "Nell'euforia dimentica un altro particolare: quale sarebbe il piazzamento della Juve in questo super campionato? La storia dice tra il 6° e il 9° posto. Cioè il prodromo della noia. Auguri".

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