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Jannik Sinner "benedetto" anche da Djokovic. Fabrizio Biasin: con tre mosse diventerà un asso

Fabrizio Biasin
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Partiamo dalla fine: Sinner ha perso. Anche piuttosto nettamente, 6-4 6-2, che per un 19enne da poco finito "tra i grandi" può anche essere normale (soprattutto se di fronte hai il n°1 al mondo), ma non se il 19enne in questione ci ha abituati al nettare e all'ambrosia. Il rossissimo Jannik esce sconfitto sulla terra rossissima di Montecarlo nel duello impari contro Djokovic, fenomeno vero. Ci crede, all'inizio, addirittura riesce a strappargli il servizio al terzo game, ma è un fuoco di paglia: il robot serbo si mette a giocare come sa e per l'altoatesino sono, tecnicamente, cazzi amari.

Troppo acerbo il nostro, troppo scafato quello; troppo gracile il nostro, troppo muscoloso quello; troppo desideroso di mantenere la nomea dell'imbattibile quello, un filo vittima della Sindrome di Stendhal il nostro perché oh, Jannik sarà pure robotico a sua volta, ma il primo duello con una divinità, un filo, ti fa venire il mal di panza. Sinner fa quel che può e un paio di soddisfazioni se le toglie: costringe Djokovic a giocare al 100%, ché i punti arrivano dopo scambi lunghi e assai intensi; soprattutto, a cose fatte (1 ora e 35' di gioco) sente il 18 volte vincitore di uno Slam dire la seguente cosa: «Sinner è il futuro di questo sport e forse anche il presente».

 

 

Una roba del genere si chiama "investitura", soprattutto perché arriva da uno che non regala troppo agli altri, sul campo ma pure a parole. E allora eccoci qua a commentare una sconfitta che puzza tantissimo di "utilissima lezione", una delle tante che Sinner dovrà incassare per arrivare nell'Olimpo dei dieci più forti al mondo (oggi è n° 22). Ce la farà? Certo che sì, perché ha testa e qualità. Gli manca un po' di fisico (ma il braccio è già potente assai), gli manca un po' di gioco sotto rete (Nole ne ha approfittato parecchio), gli manca l'esperienza (del resto mica la compri al supermercato), non gli manca una fidanzata (la bella Maria Braccini). Morale, gli manca il contorno, perché la portata principale è già servita in tavola.

 

 

 

 

Settimana prossima l'azzurro giocherà al 500 di Barcellona e vedremo se avrà un filo più di culo nei sorteggi, perché sì, è vero, affrontare i più forti aiuta a crescere, ma magari è meglio se non li trovi al 2° turno di un Atp 1000. A proposito, ci sono anche gli altri. Quella di ieri è stata una giornata amara per i nostri: è andato a casa Caruso (6-3 6-2 da Rublev), è andato a casa Sonego (6-3 6-3 da Zverev), è andato a casa Cecchinato (6-4 6-0 da Goffin), si è qualificato agli ottavi il solo Fognini che, oh, avrà anche un carattere del menga, ma non ha alcuna intenzione di mollare il trono senza lottare. Oggi sfida Krajinovic e vedremo se la sua mano sarà piuma o ferro (cit.).

 

 

 

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