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Carlos Sainz, le parole che non ti aspetti su Leclerc: "Ha superato drammi tremendi", toccante in Ferrari
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Carlos Sainz parla dell'inizio della sua stagione in Ferrari nel Gp del Bahrain: "Un buon debutto, più per le sensazioni che per il risultato. Ottavo non è niente di speciale, ma non mi aspettavo di adattarmi così rapidamente alla squadra e alla macchina. Sono riuscito ad andare veloce da subito, ma voglio molto di più". Conferma di sapere già bene l'italiano, lui che è spagnolo. "Ha dato un'accelerata al mio ambientamento. Ma la Ferrari è molto internazionale, come l'intera F1". E ammette di avere grande memoria: "Me lo ha insegnato papà: a 11 anni mi chiedeva di ricordare la pressione delle gomme, il set-up, il tipo di assale. All'inizio è stato difficile dargli retta, non capivo perché dovessi sapere tutto. Solo ora l'ho compreso e mi sta aiutando tantissimo in F1, senza quella lezione non sarei cresciuto".
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Ricorda l'esordio in F1 in Toro Rosso nel 2015 con Max Verstappen. "Si capiva subito che Max era speciale, che aveva doti fuori dal comune. Essere riuscito a tenergli testa mi ha dato fiducia per continuare in F1, sapevo di essere nel posto giusto. Di potermela giocare con chiunque". Parla anche del compagno di scuderia Leclerc: "Ha perso un amico, Jules Bianchi, poi il papà. È diventato ancora più forte superando tremendi drammi. Per questo lo ammiro molto, ho seguito tutta la sua carriera". A chi arriccia il naso per la coppia ferrarista più giovane dal 1968, risponde così: "Io ho 26 anni e sono alla settima stagione in F1. Ho le capacità per aiutare questa squadra a tornare nelle posizioni vincenti. Di Charles già si conosce il valore, lo ha dimostrato. Stiamo spingendo forte a Maranello, siamo sempre al simulatore, con ingegneri e meccanici. Due piloti giovani portano una grande energia, siamo carichi e abbiamo voglia di vincere".
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Parla dei ferraristi del passato: "Ricordo Schumacher del 2004, all'apice della carriera. Vorrei stare accanto a lui solo per sapere come è diventato leader. E poi Gilles Villeneuve, l'ho conosciuto dai racconti di mio padre e poi su Youtube. Anche Lauda e Alonso, ma Fernando lo conosco di più". Spiega la scelta della F1 rispetto ai rally: "Adoravo la F1, nel 2005 al Gp di Spagna ho conosciuto Schumacher e Alonso e dopo è stata una scelta naturale. Anche su una macchina da rally posso essere veloce, ma devo conoscere il mezzo e la strada. Non ho il controllo che ha mio padre al primo colpo", racconta Sainz jr.
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