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Milan, Maresca non scagiona Ibrahimovic nel verbale: verso la squalifica, pronto il ricorso

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Un ostacolo dopo l'altro per il Milan di Stefano Pioli, che nella prossima gara contro il Genoa dovrà sicuramente fare a meno del suo pezzo da novanta in attacco lo svedese Zlatan Ibrahimovic. La società rossonera e il giocatore sono ora in attesa del verdetto del Giudice Sportivo che decreterà quante giornate Ibra dovrà stare lontano dal rettangolo di gioco per le parole rivolte all'arbitro Maresca della sezione di Napoli. Eppure, Zlatan non sembra aver detto niente di che: "Mi sembra strano, eh" si legge dal labiale del giocatore. Può darsi che le parole di Ibrahimovic siano state fraintese dall'arbitro. Il punto però è che Maresca non ha scagionato Zlatan nel referto, dunque almeno una giornata di squalifica. In ogni caso il club presenterà ricorso.

 

 

Il Milan ha dovuto quindi giocare per una mezz'ora abbondante in inferiorità numerica contro il Parma, rischiando anche qualcosa contro i Ducali. La partita si è poi chiusa per 3-1 in favore dei rossoneri, ma i cartellini a Calhanoglu e Theo sono altrettanto pesanti e portano di conseguenza i due giocatori in diffida. Lo scenario più plausibile vede Ibra saltare il prossimo incontro e rientrare contro il Sassuolo. Tuttavia, se la decisione del Giudice sportivo dovesse essere più pesante, i rossoneri sono pronti a presentare ricorso. Pronte nel caso anche le prove audio, limpide e trasparenti per via dell'assenza del pubblico. 

 

 

Premesso che l'arbitro decide in base alle sue percezioni, non si capisce perché il Var non possa intervenire anche in questi casi. In fin dei conti un giocatore è stato espulso dal campo di gioco per un semplice malinteso dell'arbitro, che poteva essere corretto dai collaboratori del direttore di gara. Serve presto un aggiornamento del regolamento a riguardo perché, se usata in questo modo, la tecnologia in campo sembra solo portare disparità tra le squadre. Quando entra in gioco il Var? E soprattutto, chi lo decide? Forse sarebbe più semplice lasciare la decisione dell'utilizzo al Var direttamente alle squadre, consentendo un tot di chiamate a partita. Una cosa è chiara: così non si può continuare. 

 

 

 

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