Valentino Rossi, l'amarezza di Giorgio Terruzzi: "Ogni godimento ha un limite. Il solo modo per restare in corsa"
Valentino Rossi è arrivato al sedicesimo posto nella prima gara del Mondiale MotoGp. Fabio Quartararo, il pilota che l' ha sostituito sulla Yamaha ufficiale, ha invece vinto la corsa, una settimana dopo il successo di Maverick Viñales, ex compagno di Rossi, stesso team. A 42 anni il dottore soffre e ha molte difficoltà a restare al passo con gli altri: "Con le soft soffro perché dietro inizio a scivolare, come se stressassi troppo la gomma. Ho molte vibrazioni, faccio fatica e devo sempre rallentare. Però le gomme sono le stesse per tutti". Secondo Giorgio Terruzzi, "Valentino deve modificare ulteriormente il suo modo di guidare, cercando un rendimento più efficace, scopo: migliore resa sulla distanza degli pneumatici", scrive sul Corriere della Sera.
La questione è che sembra che nella Yamaha siano tutti più liberi della assenza di Rossi nel team ufficiale. Nasce da qui la decisione di "spostarlo" nella squadra Petronas, "con la promessa di fornirgli materiale di primissimo ordine, identico a quello utilizzato dalla coppia Quartararo-Viñales", ricorda ancora Terruzzi. "A sette giorni di distanza, peraltro, dal primo Gp su pista identica, con Valentino dodicesimo in gara dopo un ottimo quarto tempo in qualifica. Oscillazioni per molti versi inspiegabili e non spiegate abbastanza", ricorda il giornalista.
Terruzzi non vuole fare bilanci: "Troppo presto". Ma ricorda anche che lo stesso Valentino Rossi aveva annunciato che sarà la prima metà di questa stagione ad essere fondamentale "per decidere se continuare a correre o meno". Secondo il giornalista, "tocca attendere altri tracciati, altre condizioni climatiche". E allargando il discorso anche alla Yamaha, "consapevoli, tutti, che il suo divertimento protratto coincide con un desiderio gioioso collettivo e permanente, ma che ogni godimento ha un termine, una data di scadenza", specifica Terruzzi che alla fine si chiede: "Possiamo attendere, prima di emettere sentenze definitive. Possiamo aspettare che lo faccia lui. L'unico a conoscere e, nel caso, a riconoscere una assoluta verità", adombrando l'ipotesi che forse sia meglio pensare al ritiro.
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