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Jannik Sinner, per Giampiero Mughini è un fuoriclasse: "Panatta l'avrebbe persa quella partita"

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Giampiero Mughini commenta per Dagospia la vittoria in semifinale a Miami di Jannik Sinner. Il giornalista fa l'elogio del tennista altoatesino che domani domenica 4 aprile giocherà la finale. Mughini si sofferma sulla semifinale vinta contro lo spagnolo Bautista. "Comincio col chiedere scusa non è che avessi finito di apprezzarlo e tutto in quel suo gioco furibondo di violenza, tutto imperniato com’è di selvaggi schiaffi alla palla e di dritto e di rovescio. Reputavo quella determinata partita contro un determinato avversario ormai persa e così ho spento la tv".

 

 

 

Mughini spiega anche il perché: "Aveva contro uno dei primi 12 giocatori al mondo, un tennista esperto e solido come una roccia che aveva vinto il primo set e lo aveva vinto di quel poco che serviva a vincerlo, perché più astuto, più esperto, più “difensore”, più in palla. Come facevi, con quei diciannove anni che ti ritrovi, a impallinarlo?". Ma Mughini, nonostante la prima bocciatura, ha realizzato che Sinner ha qualcosa che lo fa essere un predestinato.

 

 

 

 

"La dico nuda e cruda, entrambi i tennisti italiani dell’ultimo mezzo secolo da noi più amati, Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, quel match lo avrebbero perduto. Sono stato un cretino. Ho perso di vista che Sinner non è un italiano soggetto alle melanconie del vivere e del gareggiare. E’ un altoatesino, è un po’ tedesco, nella testa ha l’acciaio. Noi che amiamo il tennis e l’immaginario che ne deriva, noi orfani di Roger Federer perché non ci sarà mai più nella storia del tennis un artista suo pari, noi e il nostro immaginario dovranno fare i conti con Sinner nei prossimi anni", conclude così con un peana Mughini.

 

 

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