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Zdenek Zeman, il calcio al tempo del coronavirus: "Questo sport senza pubblico non può esistere"

Zdenek Zeman

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L'esordio di Zdenek Zeman come firma della Gazzetta dello Sport consiste in una lucida analisi del calcio all'epoca della Covid. Lo storico tecnico di orgine ceca, descrive il declino dello sport più amato degli italiani, dagli stadi vuoti all'auspicio di un futuro migliore. "Un giorno quando faremo i conti, speriamo definitivi, delle vittime del Covid, dovremo aggiungerne una, che non è fatta di carne ed ossa, ma è una parte di ognuno di noi. E si chiama passione. Passione per quello che più amiamo e che la pandemia, il lockdown, la reclusione in casa e il distanziamento ci hanno impedito di vivere liberamente. Saremo in grado di riconquistarla, di tornare al punto di partenza? Di mandare indietro il nastro e ricominciare tutto come prima?" scrive l'ex allenatore.

 

 

"Ho sempre interpretato il calcio come un incredibile generatore di emozioni e di passioni, e il mio obiettivo principale da tecnico è stato sempre quello di divertire e regalare gioia a chi veniva a vedere la partita, cercando il risultato sempre attraverso lo spettacolo e il rispetto delle regole. Per questo, per me, il calcio senza i tifosi, che sono i fruitori, non esiste. E quello che stiamo vivendo adesso non può che essere solo una parentesi" scrive desolato Zeman e aggiunge "Dentro gli stadi sembra di stare in un acquario senza tifosi sugli spalti, senza la gioia, la disperazione, i rumori, i cori, le sciarpe e le bandiere".

 

 

L'allenatore che ha regalato per molti anni emozioni nel calcio italiano, pensa anche all'essenza dello sport: "il calcio, dalla parrocchia alle partite per strada con un pallone sgonfio, resta prima di tutto un grande aggregatore sociale e culturale. Temo che un anno per i ragazzi, dai campetti minori ai settori giovanili alle scuole calcio, senza poter giocare, allenarsi, vivere il pallone come momento di condivisione abbia portato tantissimi giovani a trovare altri hobby e passatempi. A chiudersi magari davanti a computer e cellulare, a vivere relazioni digitali".

 

 

"Il campionato che stiamo vivendo quest’anno non può definirsi falsato, ma di certo è fortemente condizionato dalla pandemia" prosegue Zeman "Società, allenatori e giocatori, tutti sono stati frenati. Non è facile vivere una stagione così: tra controlli continui, casi Covid che tolgono la disponibilità degli atleti da un momento all’altro e creano disagi, tensioni, distrazioni, preoccupazioni" "A questo aggiungiamo i fattori esterni perché il rendimento in campo degli atleti non può non risentire dell’assenza di pubblico, degli applausi, dei fischi, dell’adrenalina che cala in un impianto vuoto".

Zeman conclude parlando anche della trasformazione dello sport diventato ormai un mero mercato di sponsorship e diritti televisivi: "Senza un immediato flusso di denaro è impossibile a coprire i debiti e pagare stipendi arretrati. Tanti presidenti sono più interessati a questo, magari creando nuove competizioni internazionali che possano attirare sponsor per i club più grandi più che per l’intero sistema" e conclude "Speriamo questa pandemia passi senza lasciare ferite impossibili da rimarginare e che tutto questo disagio possa servire almeno a capire gli errori commessi. E a ripartire con gestioni più sane. Ci spero, ma fatico a crederci".

 

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