Zlatan Ibrahimovic lascia l'allenamento della Svezia in anticipo. Terrore Milan, cosa c'è dietro
Alla soglia dei 40 anni Zlatan Ibrahimovic ha scelto di optare per l'autogestione. Chi meglio di se stesso per capire quali sono i propri limiti e mantenersi al top, nonostante la caducità del tempo. Ecco perché ormai ogni decisione viene presa in autonomia dallo svedese. È stato così per la partecipazione al Festival di Sanremo e il ritorno in Nazionale. La Federazione voleva assegnarli la maglia numero 10, ma Zlatan ha detto no. Non voleva fare uno sgarbo a Forsberg e ha ripiegato sulla 11, la stessa che veste a Milano. Così come ha scelto di allenarsi ieri individualmente. Una rifinitura di gruppo saltata che aveva già messo in allarme i tifosi rossoneri. E invece stasera Ibrahimovic sarà puntualmente al centro dell'attacco contro l'Estonia.
Stesso copione anche per il rinnovo del contratto col Diavolo. Tra il suo agente Mino Raiola e il Milan i rapporti sono tesi per la questione Donnarumma e così nelle ultime settimane proprio Zlatan ha portato avanti i discorsi con Maldini per il prolungamento. Ibra vuole continuare in rossonero e punta a giocare la Champions League da protagonista. Nel mirino l'obiettivo di diventare il calciatore più longevo a segnare nella manifestazione, frantumando l'attuale record detenuto da Totti (a segno all'età di 38 anni). Provando a chiudere la carriera col botto, con un ultimo titolo da aggiungere alla sua collezione di vincente per antonomasia. Il Benjamin Button del calcio («Può giocare fino a 50 anni» ama ripetere tra il serio e il faceto il suo manager Raiola) non sembra minimamente patire l'invecchiamento e in campo mantiene un rendimento monstre come testimoniano i 15 gol in 15 presenze nell'attuale Serie A. Merito anche dell'autogestione.
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