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Daniele Massaro promuove Vlahovic: "Insieme a Ibra sarebbe perfetto, perché è un talento da Milan"

Giulia Stronati
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Dall'oratorio di Monza al tetto del mondo. A Firenze è esploso e al Milan si è imposto come uno dei migliori centravanti d'Europa, vincendo tutto. Chi meglio di Daniele Massaro per giocare in anteprima la sfida di oggi del Franchi.

Proprio a Firenze partì la sua ascesa nel grande calcio.
«La Fiorentina credette in me prendendomi nel pacchetto con Monelli dal Monza. Presi il treno al volo, meritandomi la convocazione per Spagna '82 e vincendo il premio come miglior giovane di A. Antognoni fu una guida e un esempio incredibile. Ricordo il debutto al Franchi contro il Como in Serie A: si avverava il sogno che avevo da bambino».

È vero che nel 1986 stava andando alla Juve prima del blitz di Galliani?
«Quell'anno avevo vinto il premio come miglior giocatore del Guerin Sportivo e nella premiazione a Torino mi avvicinò Trapattoni per dirmi che Platini mi voleva alla Juve. Una mattina di febbraio del 1986 mi chiama però Adriano per chiedermi se fossi interessato ad andare al Milan: non lo feci neanche terminare di parlare e risposi subito sì. Da bambino ero milanista, si coronava il sogno di una vita. L'Avvocato Agnelli l'anno dopo mi disse una cosa bellissima: "Massaro, non la conosco ma la rimpiango...».

Il Milan arriva con tante assenze alla sfida del Franchi, ma recupera Ibra...
«Deve ritrovare vigoria anche se è alle prese con tante assenze. I rossoneri hanno avuto l'approccio sbagliato a qualche gara e perso un po' di autostima. Pioli non ha mai avuto a disposizione la rosa al completo, ma l'obiettivo minimo resta quello di entrare in Champions. Zlatan è stato importantissimo per i giovani per far loro capire cos' è il Milan e l'onore di indossare la maglia rossonera. Fa ancora la differenza e i suoi gol possono trascinare il Milan in Champions».

A proposito di attaccanti, nella Viola si sta mettendo in luce Vlahovic: è pronto per una big?
«Si è parlato anche dell'interessamento del Milan. Ha delle grandi doti e sta avendo una crescita notevole. Mi ha colpito la fame che ha nel migliorarsi ogni giorno. In coppia con Ibra sarebbe tanta roba... (sorride, ndr)».

Dalla Juvenilia alla doppietta in finale di Champions '94: la sua è stata una scalata da favola. Da chi è arrivato in cima all'Europa come si spiega l'attuale crisi delle italiane nelle coppe?
«Passare dall'oratorio ad alzare la coppa dalle grandi orecchie non è stato facile, visto che non avevo le doti di Marco Van Basten ma con i sacrifici quotidiani sono riuscito a far parte di una squadra straordinaria. Ai miei tempi la qualità.

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