Sanremo 2021, Giancarlo Dotto durissimo contro Zlatan Ibrahimovic: "Un delirio paranoico"
"Buonasera Ama (Amadeus, ndr) e buonasera Italia, è un onore essere qua, ma è anche un onore per te avermi qua. Normalmente mi sento grande, potente, qua mi sento piccolo. Ma sempre più grande e potente di te". Zlatan Ibrahimovic ha fatto il suo esordio al Festival di Sanremo con queste esatte parole. Che si sommano a quelle pronunciate il giorno prima in conferenza stampa: "Voglio dare indietro all'Italia qualcosa che non sia il calcio, quando ho capito che per voi è la cosa più importante"(riferendosi al Festival).
Un approccio messianico che oggi, dalle colonne del Corriere dello Sport, ha scatenato l’invettiva di Giancarlo Dotto, il quale non ha usato certo mezze parole nel descrivere la parabola di Ibra: “Il fatto è che da quando, per sua ammissione, si è identificato in Massimo Decimo Meridio, dopo aver visto al cinema Il gladiatore, Ibra è totalmente preso dal suo doppio mitologico. Iniziato come divertimento, è diventato nel tempo un delirio paranoico, solfeggiato da sibili e smorfie tra il cobra e lo sparviero”.
E ancora, scrive Dotto: “’Al mio segnale scatenate l’inferno’. Non lo dice, forse, ma i compagni se lo aspettano e, da ieri sera, ce lo aspettiamo anche noi. Dopo aver zlatanizzato il Milan, i tifosi e Pioli, Ibra ha fatto capire ieri di sentirsi pronto per zlatanizzare l’Italia".
La conclusione dell’invettiva prende un tono nostalgico, che effettivamente non può non aver colto una parte degli spettatori di Rai 1, ieri sera: “Insomma, lo dico, darei tutti gli Zlatan di questa terra (e qui Zlatan, di sicuro, mi querela per aver solo ipotizzato che ce ne siano altri) per veder sbucare a sorpresa sul palco dell’Ariston il contadino dalle tonsille d’acciaio, alias Al Bano, con il suo trattore, cantando a ugola spianata ‘quando il sole tornerà e nel sole io verrò da te’, Romina Power sulle sue ginocchia”.