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Serie A, il Milan passa anche a Marassi: Sampdoria ko, il segnale a Juve, Inter e Napoli

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 Non brilla, ma vince. E lancia un segnale a Juve, Inter e Napoli. Il Milan fa tremendamente sul serio. Nonostante le pesanti assenze di Ibrahimovic, Kjaer e Bannacer, il Diavolo passa anche a Marassi, contro un'ostica Sampdoria, e allontana le inseguitrici, riportandosi a più cinque sui cugini nerazzurri. Il rigore di Kessie e il sigillo di Castillejo fanno volare la squadra di Pioli, che nel finale subisce il ritorno arrembante dei blucerchiati, che accorciano con Ekdal ma non riescono ad acciuffare il pareggio. I giovani in campo sono tanti, ma le gambe non tremano. Quando si tratta di fare la partita il Milan non si tira indietro, quando si tratta di soffrire e portare in porto la barca nel bel mezzo della burrasca le gambe non tremano. Un gruppo unito e coeso, più forte delle assenze e capace di giocare più gare all'interno della stessa partita. Le grandi squadre nascono proprio così.

Le tante assenze costringono Pioli a ridisegnare il suo Milan. Dietro il giovane Gabbia affianca Romagnoli, in mezzo tocca ancora a Tonali dato che Bennacer non è al 100%. Davanti l'unica punta è Rebic, con Brahim Diaz che strappa una maglia da titolare nel terzetto alle spalle del croato completato da Calhanoglu e Saelemaekers. Il Diavolo senza Kjaer e Ibrahimovic perde non poca leadership ed esperienza ma in campo non sembra risentirne. Certo, lo scolastico 4-4-2 della Sampdoria disegnato da Ranieri (con Gabbiadini che affianca Quagliarella in attacco) riesce nell'intento di ostruire le vie di passaggio agli ospiti, con due linee di difesa e centrocampo molto corte che non permettono ai trequartisti rossoneri di esprimersi al meglio. Non a caso la prima occasione è proprio per i liguri: Tonelli in mischia di testa dall'area piccola esalta i riflessi di Donnarumma, subito reattivo. Il Milan non è brillantissimo ma comunque quando riesce a mettere in moto i suoi esterni è sempre insidioso: Ferrari in scivolata stoppa Rebic, che poco dopo spreca la palla migliore del primo tempo, saltando il portiere ma subendo poi la rimonta di Tonelli, che spazza sulla linea con evitando il peggio con l'aiuto del palo. La linea Maginot dei blucerchiati viene aggirata proprio sul gong della prima frazione: Jankto intercetta con il braccio il pallone dopo un duello aereo con Theo Hernandez, Calvarese non ha dubbi e concede il penalty. Kessie torna il solito cecchino e trasforma con freddezza un rigore pesantissimo.

Nella ripresa Pioli si gioca subito la carta Hauge, ma è Ranieri a ribaltare la Samp con un doppio cambio: dentro Ekdal e Damsgaard per dare maggiore vigore all'azione offensiva, poco dopo è la volta anche di La Gumina. E' comunque il Diavolo a uscire meglio dai blocchi di partenza, con Hauge che tocca indietro per Tonali che centra i palo esterno con un tiro non forte ma preciso. Con il passare dei minuti però i padroni di casa aumentano la pressione - chance per Thorsby - ma a un quarto d'ora dalla fine Castillejo, entrato 20 secondi prima, spedisce in fondo al sacco il primo pallone toccato, concretizzando una bella azione sull'out sinistro sull'asst Hauge-Rebic. Gara chiusa? Non ancora, perché sugli sviluppi di un corner Ekdal segna un gol impossibile in acrobazia. Nel finale il Diavolo soffre, ma alla fine la spunta. La risposta alle inseguitrici è servita.

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