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Romain Grosjean, incidente-choc: "La sola ragione per cui sono ancora qui", come si è salvato la vita

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Ventisette secondi passati tra le fiamme, dopo aver schiantato la sua Haas a 220 all'ora contro le barriere nel primo giro del Gp del Bahrein di Formula 1. Questo il tempo passato in mezzo al fuoco della sua macchina distrutta da parte del francese Roman Grosjean. L'incidente è stato causato da un contatto con l'incolpevole Daniil Kvyat. La monoposto del francese si è spezzata in due. Grosjean è stato aiutato da Ian Roberts, medico Fia arrivato in pochi secondi sull'auto medica guidata da Alan Van der Merwe che segue tutte le partenze. Trasportato nell'ospedale militare di Manama se l'è cavata con leggere ustioni a mani e caviglie. Nessuna frattura. "Grazie per l'affetto - ha detto in un video con le mani fasciate -, quando fu introdotto non ero per l'Halo ma se non l'avessi avuto non sarei qui a parlarvi".

 

 

 

 

Grosjean fa riferimento all'Halo, l'aureola di titanio a protezione della testa imposta tra le polemiche, scrive la Stampa, da Jean Todt nel 2018 e pensata dopo l'incidente fatale a Jules Bianchi a Suzuka 2014. "Abbiamo aperto un'inchiesta", annuncia Ross Brawn, responsabile sport F1, "ci sarà tempo per sapere perché il guard rail si sia aperto come una scatoletta di tonno e fosse sistemato in quella posizione pericolosissima, perché la Haas sia stata sventrata dall'impatto. Ora è il momento del sollievo", ha concluso.

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