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Nations League, l'Italia in testa: batte la Polonia con un 2 a zero e guadagna il primo posto nel girone

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L'Italia stupisce ancora, va veloce, non smette di dispensare sorrisi e proseguire il suo cammino verso un futuro sempre più promettente. Con autorità e sacrificio, volontà e coraggio, la giovane nazionale di Mancini, tutto cuore e qualità, va oltre la Polonia, la domina 2-0 e la sorpassa nel girone arrivando così all'ultimo turno di Nations League in testa al gruppo. Quanto serve per giocarsi il primo posto finale contro la Bosnia cenerentola del gruppo mercoledì prossimo a Sarajevo e raggiungere il primo degli obiettivi. Nonostante un direttore di gara non all'altezza che ha negato un gol e un rigore agli azzurri, l'Italia supera gli ostacoli del destino, le numerose assenze (venti giocatori azzurrabili indisponibili) e gli inconvenienti di un ct costretto a gestire in smart working, e si conferma solida nella testa e nelle gambe, meritandosi un successo netto, senza sbavature: difficile trovare difetti se non quello di essere più cinica sottoporta e nell'impostazione dell'ultimo passaggio. Il match infatti messo in discesa da un rigore firmato da Jorginho al 27' poteva essere chiuso molto prima ma dopo vari tentativi all'83' ci pensa Berardi, nel suo suo stadio, a Reggio Emilia, a mettere il sigillo su una prestazione della quadra azzurra mai così convincente che ha esaltato le qualità di Locatelli in regia, Bastoni in difesa, Insigne in attacco e la forza d'urto di un ritrovato Florenzi, capitano indomabile. Tutti promossi a pieno voti e Polonia annichilita, mai pervenuta.

 

 

Il ct 'ad interim' Evani schiera, su indicazione di Mancini, come laterale destro di difesa Florenzi, con centrale difensivo Acerbi accanto all’interista Bastoni, ed Emerson a sinistra. Sulla zona di esterno destro offensivo altra chance per Bernardeschi dopo i 70’ giocati contro l’Estonia, assieme a Belotti mentre sull’altra fascia libertà di spaziare per Insigne. La Polonia non rinuncia dal primo minuto a Lewandowski lasciando in panchina Zielinski e Milik. L'Italia alza subito il ritmo del gioco con i suoi tagli in verticale e si fa pericolosa sfruttando anche le soluzioni di palleggio che riescono a generare i fraseggi dei centrocampisti. Ci provano prima Belotti (destro forte ma fuori bersaglio) e poi Bernardeschi (sinistro da fuori area), segnali comunque di vigore e approccio giusto al match. Gli azzurri mettono infatti in difficoltà più volte la retroguardia polacca, merito anche delle incursioni e i tagli di Insigne che va in rete al 20': il bomber del Napoli sfrutta un cross basso di Bernardeschi girando a rete di prima intenzione, ma l'arbitro annulla per una posizione irregolare di Belotti. La Polonia traballa, Lewandoswski si mostra nervoso (brutta gomitata a Bastoni non fischiata) e l'Italia affonda il colpo trovando la rete su rigore al 27': da corner Belotti prende posizione in centroarea, Krychowiak lo placca in maniera chiara e dal dischetto Jorginho si dimostra ancora una volta infallibile. Il centrocampista del Chelsea diventa il miglior marcatore della gestione Mancini al pari di Belotti, entrambi con cinque reti. Viene dunque premiato l'atteggiamento propositivo degli azzurri che nel primo tempo tengono fede alla mentalità inculcata da Mancini che ha sempre chiesto ai suoi di fare gioco, alzare il ritmo, giocando ad un tocco e smarcandosi sempre senza palla. L'Italia chiude in vantaggio il primo tempo ma la mancata precisione nell'ultimo passaggio ne limita lo score.

Nella ripresa la Polonia ha bisogno di dare una sterzata, opera tre cambi e fa entrare Zielinski per alzare ritmo e baricentro. L'Italia alza il pressing per impedire agli avversari di ragionare e si crea anche un paio di occasioni, con Bernardeschi e Insigne. La strategia tattica degli azzurri resta sempre la stessa, aggredire e mettere in difficoltà l'impostazione dei polacchi che si innervosiscono con azioni al limite del rosso (intervento a piedi uniti di Goralski su Belotti). Bernardeschi, autore di un buon match viene sostituito al 64' da Berardi per cercare di ridare vigore alla manovra offensiva azzurra, poi si lascia rifiatare un generosissimo Belotti per Okaka, che torna così in azzurro dal marzo del 2016. L'Italia continua il palleggio azzurro, gestisce il gioco con calma e precisione facilitata anche dall'espulsione di Goralski. Manca la rete della tranquillità che sfiora Emerson ma trova invece Berardi all'83' su una invenzione di Insigne dopo 27 passaggi. E' un'Italia che piace, diverte, giovane e brillante. Il futuro è nelle sue mani.

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