Suarez e Juventus, l'esperto Mattia Grassani: "Telefonate penalmente irrilevanti, ma il rischio è la giustizia sportiva"
Sulla Juventus la mannaia della giustizia sportiva nel caso Luis Suarez: è quanto prospetta al livello giudiziario l'avvocato Mattia Grassani esperto di diritto sportivo in un'intervista a Il Giornale. "Alla luce di quanto emerso - spiega - non ritengo ravvisabili estremi disciplinarmente rilevanti a carico del club bianconero. Senza prove chiare a carico di dirigenti o legali rappresentanti della società nell'alterazione della prova di esame di Suarez, la Giustizia Sportiva si può muovere, al massimo, per indagare se possano essere stati violati i principi di lealtà, probità e correttezza".
Le chiamate dei membri dello staff della Juventus non sembrano per la giustizia penale elementi rilevanti "se manca, come manca, a carico loro, la pistola fumante della corruzione o del concorso in comportamenti illeciti, le conversazioni e i contatti non significano nulla". Quanto al ruolo dei legali della Juventus spiega: "Conosco gli avvocati Maria Turco e Luigi Chiappero da qualche decennio, anche se non abbiamo rapporti diretti. Operano all'interno di uno studio legale di primaria importanza nazionale e internazionale, quello dell'avvocato Chiusano, un grandissimo professionista del diritto penale e non solo. Ritengo davvero fuori luogo ricondurre una o più telefonate assolutamente lecite ad ipotesi di coinvolgimento del club bianconero, di qualsivoglia natura. La conversazione, nota a tutti, costituisce il normale svolgimento di attività professionale".
E il clamoroso caso dell'Inter con Recoba che giocò un campionato con documenti falsificati? "Allora le falsificazioni documentali furono portate a compimento e consentirono ai giocatori di tesserarsi, cosa che non è avvenuta nella vicenda Suarez. Inoltre, i due atleti (l'altro è Luciano-Eriberto, ndr) giocarono campionati interi prima che si scoprissero gli illeciti, alterando la regolarità del campionato di Serie A, eventualità da escludere a priori nel caso Suarez. Infine perché per Recoba ed Eriberto, così come per molti altri atleti coinvolti nei due filoni, vennero condannati anche dirigenti di società, mentre in questa vicenda, come detto, non si vedono coinvolgimenti diretti di rappresentanti juventini".