Parlare di caduta degli dei in riferimento a Cristiano Ronaldo (35 anni e 37 gol stagionali) ed a Lionel Messi (33 anni, 31 gol e 26 assist) può apparire anacronistico. Ma i numeri individuali per questi due fenomeni generazionali lasciano il tempo che trovano: la loro grandezza si misura in trofei vinti, soprattutto in Europa. Il portoghese è finito in una prigione dorata a Torino, dove con la Juventus in due anni ha saggiato il sapore della sconfitta nelle finali nazionali e dell’impotenza in Champions League, con i bianconeri che sono stati eliminati prima dall’Ajax ai quarti e poi dal Lione agli ottavi, nonostante le prodezze di CR7. L’argentino invece è rimasto intrappolato a Barcellona, dove ormai è stata spremuta ogni singola goccia da un gruppo che ha fatto la storia ma che non è riuscito a rinnovarsi, finendo spazzato via sotto i colpi del Bayern Monaco.
Lionel Messi, indiscreto dallo spogliatoio del Barcellona: "Va via", Suning e Guardiola pronti
Lionel Messi sembra determinato a porre fine alla sua lunghissima storia con il Barcellona. Al punto che, secondo le fon...E così per la prima volta dal 2005 non ci sarà Ronaldo né Messi nelle semifinali di Champions: un fallimento epocale, sul quale il Covid ha inciso ben poco. Perché sia la Juve che il Barça erano in declino prima dell’epidemia e adesso potrebbero dover assistere alla partenza dei loro campioni. Ronaldo è consapevole che la finestra per vincere la sesta Champions si sta restringendo e probabilmente non si può permettere una rifondazione, dopo il fallimento dell’esperimento sarrismo. Andrea Pirlo è stato il Maestro da giocatore, ma non è il Profeta da allenatore: per essere Zidane della situazione bisogna avere una squadra di altissimo livello come lo era quel Real Madrid. Dalla Francia insistono sulla possibilità di un passaggio di Ronaldo al Psg: da un lato favorirebbe la ricostruzione della Juventus, dall’altro sancirebbe il fallimento di un progetto sportivo che doveva condurre alla vittoria della Champions entro tre anni.
Nel frattempo a Barcellona anche Messi sta meditando l’addio in anticipo rispetto alla scadenza del 2021. L’impotenza nell’8-2 subito dal Bayern è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso per Messi, che forse ha preso definitivamente coscienza del fatto che ormai il tiki-taka e i suoi derivati sono tramontati in favore di un calcio più verticale, aggressivo: in una parola, totale. Le avvisaglie di un cambiamento c’erano già da un po’, ma la Champions di quest’anno ha accelerato i tempi. E così a contendersi l’accesso alla finale ci saranno tre squadre che non ne hanno mai giocata una (Psg, Lione e Lipsia) e una che invece l’ha raggiunta dodici volte (Bayern), vincendo in cinque occasioni. Ma i tedeschi sono anche quelli che rappresentano meglio il cambiamento: sono forti, fisici e intensi, il loro calcio è uno spettacolo perché è tremendamente efficace.
È quindi facile pronosticare il Bayern come la grande favorita, ma questa rassegna europea ha ribadito che nulla è scontato. Lo dimostrano i fallimenti di Messi e Ronaldo e anche quello di Pep Guardiola: il suo City è smarrito dopo aver sciupato l’ennesima occasione di arrivare in semifinale. Fuori con Liverpool, poi Tottenham e infine Lione: la coppa rimane un’ossessione dal 2011 per Pep. E chissà che questa non possa essere l’estate di una clamorosa reunion con Messi, stavolta però a Manchester: insieme potrebbero orchestrare un ultimo grande ballo.