Ferrari e Leclerc voto 3: tanto da cambiare. Si salva solo Vettel: F1, le pagelle del Gp di Ungheria
Hamilton & Wolff - Di un altro pianeta. Il resto lo dirà la storia. 10 a team e gara.
Verstappen - Il pasticcio prima della partenza se lo ricorderà solo la squadra, che va fuori di testa per sistemargli la macchina. Gara esplosiva. Tonico e consistente. Una medaglia la seconda posizione. 9.
Red Bull - La RB16 fumante in qualifica (come gli occhi di Max) non è il massimo della vita. Da volersi giocare il mondiale ad andare a far compagnia al Cavallino zoppo è un attimo. Occhio. 6 meno.
Bottas - Partenza notte fonda. Nonostante una macchina mostruosa (25 cavalli e diavolerie assortite tra cui aerodinamica, DAS e telaio super) non brilla nemmeno alla fine, quando ci prova su Max per la seconda, ma niente. Il gregario chiude terzo. E non si smentisce. 5.
Stroll - Con la Mercedes 'rosa' compiere imprese meravigliose è possibile. Ma il 'figlio di papà' è davvero in forma smagliante. Fa addirittura meglio del più centrato Perez. 8.
Albon - La solidità di fine 2019 ha tratto in inganno. Horner e Marko mettano da parte l'orgoglio. E, obtorto collo, si riprendano il figliol prodigo Vettel lasciato a piedi dal Cavallino. Che è meglio. 5.
Vettel - Sorpassato dal fiacco Albon, porta a casa il miracolo della sesta, con una macchina non pervenuta. Ha ritrovato linfa. Farsi notare da Red Bull e Aston Martin è una astuta mossa. 7 sulla fiducia.
Leclerc - Secondo flop di fila. Gara travagliata. Non paga la strategia di partire con le soft. I sorpassi di Perez e Sainz (con gomme più fresche) sono una fesseria se pensiamo che la motorizzata Haas va a punti e lo beffa. Grottesco. Nemmeno nello scenario più infausto. 3 è il voto.
Ferrari - Doppiate da Hamilton. L'aerodinamica è un cubo di Rubik. Sussulto nelle libere, in gara niente. Power unit da buttare. C'è tanto da fare. E da cambiare. 3.
Perez - Al 40esimo un sorpasso su Magnussen. E un lampetto quando passa Leclerc. Weekend non all'aspettativa di una super macchina. 5.
Ricciardo - Tiepido. Nessun guizzo. Ottavo da 2 gran premi. Ok i punti ma certi piloti forse sono troppo sopravvalutati... 5.
Magnussen - C'era Padre Pio in pista quando ha tagliato il traguardo della nona. In realtà è stato bravo all'inizio a chiedere la gomma giusta, una strategia che gli è valsa la gara intera. I punti sono grasso che cola per una Haas davvero mal messa. 7.
Grosjean - All'inizio va bene, poi precipita, ma almeno non esce as ever. 6.
Sainz - Guarda il disastro Ferrari e cerca di non farsi trovare impreparato per l'anno prossimo. Decimo, a culo. 4 meno.
Norris - Dopo il botto iniziale (terzo), non s'è più visto. Sogno infranto. 4.
AlphaTauri - Non pervenuta. Gasly ai box fuma al 17esimo, col motore già una volta sostituito. Affidabilità questa sconosciuta. Kvyat chiede anche lui una gomma che avrebbe fatto la differenza ma il muretto candidamente lo ignora. Poi una gara spenta. 3.
Russell - Qualifiche strepitose, in gara rovinosamente cade. Consuetudine non all'altezza di una freccia fiammante. 2.
Latifi - Lo vediamo solo quando, prevedibilmente, si gira. E al 43esimo mentre va a farsi un giro nell'erba. Che noia. 1.
Alfa - La parabola infausta comincia ogni volta in qualifica. Kimi e Giovi i Pozzetto e Villaggio del racing. Regia Neri Parenti. Motorizza Ferrari. 0.
Fia e Racing super competitive - Se non si fosse trattato di una motorizzata Mercedes ma Ferrari, Tombazis & Co a febbraio sarebbero stati così distratti sulla storia dei freni? Voto: N.C.